Proof of Stake: cos’è, cosa significa e come funziona

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Aggiornato: 03/01/2024, 08:57 am

Giulia Adonopoulos
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Proof of Stake è un termine che torna spesso in ambito criptovalute e blockchain. In particolare, messo in contrapposizione al Proof of Work, è spesso al centro della discussione quando si parla dei problemi dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale delle criptovalute. Il Proof of Stake è infatti considerato la soluzione più efficiente ed ecologica rispetto al Proof of Work per convalidare le transazioni su blockchain.

Che cos’è il Proof of Stake

Il Proof of Stake, il cui significato letterale è “prova di partecipazione” ma che si può tradurre vagamente in italiano con “prova che si ha un interesse in gioco”, è un meccanismo di consenso sulla blockchain utilizzato per verificare nuove transazioni di criptovaluta. Poiché le blockchain non hanno alcuna autorità governativa centralizzata, la prova di partecipazione è un metodo per garantire che i dati salvati sulla rete siano validi.

In questo sistema di convalida delle transazioni, gli utenti bloccano una certa quantità di criptovaluta, chiamata stake. Chi ha maggiore quantità di criptovaluta ha maggiore probabilità di essere scelto per convalidare la prossima transazione.

L’alternativa al Proof of Stake (o PoS) è il Proof of Work, che viene utilizzato dalla maggior parte delle criptovalute, tra cui il Bitcoin.

Come funziona il Proof of Stake

Per spiegare come funziona il Proof of Stake dobbiamo partire da una premessa. Come sappiamo, la decentralizzazione è il cuore della tecnologia blockchain e delle criptovalute. Non c’è un supervisore centralizzato che gestisca il registro delle transazioni e dei dati sulla blockchain. La rete si affida, piuttosto, a un insieme di partecipanti che convalidano le transazioni e le aggiungono come nuovi blocchi alla catena.

Il Proof of Stake è il meccanismo che aiuta a scegliere quali partecipanti possono gestire questo compito redditizio (redditizio perché i prescelti vengono ricompensati con nuove criptovalute se convalidano accuratamente i nuovi dati e non frodano il sistema).

“Quando i partecipanti alla blockchain verificano che una transazione è legittima e la aggiungono alla blockchain, diciamo che hanno raggiunto il consenso”, spiega Marius Smith, responsabile dello sviluppo aziendale di Finoa, piattaforma di custodia degli asset digitali.

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Con il Proof of Stake i partecipanti, detti validatori, bloccano una determinata quantità di criptovalute o token crittografici – la loro quota, per così dire – in uno smart contract sulla blockchain. In cambio hanno la possibilità di convalidare nuove transazioni e guadagnare una ricompensa. Se convalidano impropriamente dati errati o fraudolenti possono perdere una parte o la totalità della loro partecipazione.

Tra le principali criptovalute che utilizzano il Proof of Stake troviamo Solana e Cardano. Con il Merge Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato dopo Bitcoin, sta passando dal Proof of Work al Proof of Stake.

Come funziona lo staking nel Proof of Stake?

Lo staking è quando le persone accettano di bloccare una quantità di criptovaluta in cambio della possibilità di convalidare nuovi blocchi di dati da aggiungere a una blockchain. Questi validatori, o “staker”, inseriscono la loro criptovaluta in uno smart contract che si trova sulla blockchain.

L’algoritmo della blockchain seleziona i validatori per verificare ogni nuovo blocco di dati in base alla quantità di crypto che hanno puntato. Maggiore è la partecipazione, maggiori sono le possibilità di essere scelti per svolgere il lavoro. Quando i dati che sono stati verificati dai validatori vengono aggiunti alla blockchain, essi ricevono come ricompensa nuova criptovaluta.

“Possiamo vedere lo staking come un reddito da interessi che richiede di completare un’attività per guadagnare: controllare le transazioni della blockchain”, afferma Doug Schwenk, amministratore delegato di Digital Asset Research. “Se convalido solo le transazioni buone, guadagno interessi sulle mie attività. Se invece includo transazioni sbagliate, mi verranno applicate delle penali e perderò parte del mio patrimonio”.

Se un validatore invia dati errati o transazioni fraudolente, potrebbe essere punito con il “taglio”. La sua partecipazione viene “bruciata”, cioè inviata a un indirizzo di portafoglio inutilizzabile a cui nessuno può accedere, rendendola inutile per sempre.

Secondo Smith, il Proof of Stake funziona perché i validatori dicono: “Ho così tanta fiducia nella legittimità di questa transazione che sono disposto a sostenerla con il mio denaro”. E le transazioni verificate guadagnano una ricompensa in criptovaluta proporzionale all’entità della partecipazione.

Leggi anche: Le migliori piattaforme per lo staking di criptovalute

Proof of Work vs Proof of Stake

Esistono due sistemi di consenso generalmente utilizzati nelle criptovalute e nelle applicazioni DeFi: Proof of Stake (PoS) e Proof of Work (PoS). Mentre il primo impiega lo staking, il PoW richiede ai “miner” di risolvere complicati enigmi matematici per decidere quali partecipanti alla rete possono convalidare le transazioni ed estendere la blockchain. Ecco le principali differenze tra PoS e PoW.

Proof of Stake

  • Richiede ai validatori di possedere una parte del token o della criptovaluta della blockchain.
  • Non richiede una potenza di calcolo significativa per la convalida delle transazioni.
  • È un approccio più recente rispetto al Proof of Work, con una minore adozione come meccanismo di consenso.
  • Le criptovalute che utilizzano il Proof of Stake potrebbero essere più interessanti per un portafoglio ESG a causa del minore impatto ambientale.

Proof of Work

  • Il proof of work ha una storia più lunga di utilizzo come meccanismo di consenso della blockchain.
  • I miner non hanno bisogno di possedere alcun asset della blockchain e hanno solo bisogno di potenza di calcolo per convalidare una transazione.
  • Può utilizzare una notevole quantitativo di energia elettrica. Le criptovalute che utilizzano il Proof of Work sono spesso escluse dai portafogli ESG a causa del significativo consumo energetico.

Quali criptovalute usano la Proof of Stake?

Il Proof of Stake sta diventando il meccanismo di consenso più diffuso nel mondo delle criptovalute. Attualmente sono circa 80 le criptovalute che utilizzano il PoS, e tra le più famose citiamo:

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