Quanto investire in criptovalute per bilanciare il portafoglio?

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Pubblicato: 18/02/2023, 08:53 pm

Benedetta Giuliani
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Esporre il tuo portafoglio ad investimenti in Bitcoin potrebbe avere un impatto positivo sui tuoi rendimenti a lungo termine, ma il tempismo è un fattore essenziale.

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Un rapporto della non profit CFA Institute ha analizzato l’impatto di Bitcoin su un portafoglio diversificato nel periodo compreso tra gennaio 2014 e settembre 2020. In questo arco di tempo, un’allocazione su Bitcoin del 2,5% ribilanciata trimestralmente aveva migliorato i rendimenti di un portafoglio tradizionale di quasi il 24%.

Si tratta di un’allocazione minima con un impatto enorme, ma il risultato non è certo sorprendente: Bitcoin infatti si è apprezzato di circa il 2,875% nel periodo in questione.

Ad ogni modo, è bene rimanere estremamente cauti di fronte a dati come questo, che possono risultare fuorvianti e dare l’impressione che acquistare quante più criptovalute possibile significhi realizzare maggiori rendimenti. In realtà, una simile ipotesi è applicabile solo nel caso degli early adopters (ovvero chi ha investito in Bitcoin durante le prime fasi della sua storia): se avessi acquistato la stessa quantità di criptovalute nel dicembre 2020, ad esempio, l’impatto del tuo investimento sarebbe stato pressoché nullo fino al luglio 2022.

Come dice il vecchio adagio, il troppo stroppia, soprattutto nel mondo delle crypto. Vediamo, allora, quanto dovresti investire in criptovalute.

Quante criptovalute è meglio avere?

La maggior parte degli esperti del settore concorda sul fatto che le criptovalute non dovrebbero costituire più del 5% del portafoglio.

Si tratta di una quota “abbastanza contenuta da non compromettere le finanze dell’investitore nei periodi di alta volatilità, ma anche abbastanza consistente da avere un reale impatto positivo sul portafoglio in caso di un rialzo dei prezzi delle criptovalute”, dice Bruno Ramos de Sousa, responsabile dell’espansione globale di Hashdex, società attiva nella gestione di crypto asset.

Altri esperti, tra cui Aaron Samsonoff, direttore strategico e co-fondatore della società di crypto investing InvestDEFY, consigliano di arrivare ad allocazioni pari al massimo al 20%. Ma per decidere quale percentuale del tuo portafoglio destinare alle criptovalute, dovrai considerare soprattutto la tua tolleranza al rischio e il tuo punto di vista in merito alle criptovalute.

Oltre a generare rendimenti notevoli nel lungo periodo, le criptovalute tendono ad avere una volatilità molto elevata.

Nel caso dello studio del CFA Institute, i dati dimostrano che maggiore è l’allocazione su Bitcoin, maggiori sono i rendimenti e anche la volatilità. Tra gennaio 2014 e settembre 2020, il portafoglio tradizionale senza Bitcoin ha prodotto un rendimento del 6,26% rispetto al portafoglio tradizionale con un’allocazione su Bitcoin del 2,5%, che ha prodotto un rendimento annuo dell’8,6%, con un aumento della volatilità.

“La possibilità di ottenere rendimenti straordinari, unita ai rischi significativi connessi a questa classe di attività emergente, fa sì che anche un’allocazione molto ridotta possa risultare sufficiente”, dice Ric Edelman, fondatore del Digital Assets Council of Financial Professionals, una società di consulenza per professionisti della finanza, e autore di “The Truth About Crypto”.

A detta degli esperti, basta una piccola quota per avere la possibilità di migliorare sensibilmente i rendimenti complessivi senza rischiare di subire ingenti perdite nel caso in cui l’investimento in criptovalute subisca una flessione significativa o addirittura scenda a zero.

“Destinare una parte del proprio portafoglio agli investimenti in criptovalute può essere un ottimo modo per sfruttare le opportunità di guadagno a lungo termine, sapendo che, se non dovessi avere successo, non ti ritroveresti a perdere la totalità del tuo portafoglio di investimenti”, spiega Callie Stillman, partner del gruppo di brokeraggio Lift Financial.

Quali criptovalute dovrebbe contenere il mio crypto wallet?

Una volta stabilito in che misura investire in criptovalute, dovrai decidere quali crypto acquistare e in che quantità.

Edelman suggerisce di organizzare il portafoglio di criptovalute in uno dei quattro seguenti modi. La prima variante contiene esclusivamente Bitcoin. È stato il primo ed è il più grande asset digitale tra quelli che dominano il mercato delle criptovalute.

“Gli investitori istituzionali in genere acquistano solo Bitcoin. Forse non produrrà i profitti più alti, ma sicuramente sarà l’ultima a raggiungere lo zero”, dice.

Dal momento che stiamo assistendo a un indebolimento del dominio di mercato di Bitcoin, è più che mai importante diversificare la propria strategia per cogliere tutte le opportunità offerte dalle criptovalute, spiega Martin Leinweber, product strategist della divisione digital asset di MarketVector Indexes, una società specializzata in analisi di mercato.

“Asset diversi producono rendimenti sensibilmente diversi e rispondono in modo altrettanto eterogeneo alle flessioni di Bitcoin”, dice. “Nonostante nel breve termine la correlazione possa risultare elevata, nel lungo periodo Bitcoin non ha nulla a che vedere con un token legato al crypto gaming come Axie Infinity oppure con un token come Binance Coin (BNB), la valuta nativa dell’omonima borsa”.

Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, è una popolare alternativa al Bitcoin che detiene una posizione di dominio sul mercato pari al 18%. “Sono in molti a ritenere che la sua utilità nell’ambito del commercio globale sia di gran lunga superiore e che quindi acquisterà sempre più rilevanza”, dice Edelman. Molte altre valute si basano inoltre sulla blockchain di Ethereum.

Un’ulteriore possibilità consiste nel creare un portafoglio che contenga un mix di Bitcoin ed Ethereum. “Sono come la Coca Cola e la Pepsi del settore delle criptovalute”, osserva. Insieme, detengono quote che ammontano a più del 60% del mercato delle crypto.

Edelman suggerisce una ripartizione improntata su un rapporto 50-50 o 60-40, privilegiando in questo caso la moneta preferita. “Facendo altrimenti, la scommessa sarebbe enorme”, e “le scommesse sono da evitare, dal momento che questa asset class è di per sé già molto rischiosa”.

Anche se le crypto più forti, come Bitcoin ed Ethereum, dovrebbero costituire le quote maggiori del tuo portafoglio, Leinweber suggerisce di investire in proporzioni minori anche in altre criptovalute, così da accrescere le possibilità di realizzare rendimenti a lungo termine.

Valuta gli ETF sulle criptovalute

Se vuoi investire in criptovalute, quella di possederle direttamente non è più l’unica opzione a tua disposizione. Esistono ETF o exchange-traded funds, fondi scambiati in borsa sulle blockchain che consentono di esporre il proprio portafoglio al settore delle criptovalute in modo semplice.

“Per chi investe passivamente in criptovalute è preferibile concentrarsi su Bitcoin, Ethereum e/o su un fondo indicizzato di criptovalute”, dice Samsonoff. “Le singole blockchain e i singoli progetti crypto, anche quelli più grandi, sono ancora caratterizzati da notevoli rischi di coda. Dal punto di vista del rendimento corretto per il rischio, è difficile battere Bitcoin, Ethereum o gli indici, a meno che tu non sia un attento osservatore di questo settore”.

In Italia tuttavia non sono disponibili ETF che investono direttamente in criptovalute. Esistono invece ETF che investono in azioni di società esposte alla blockchain. Benché non si tratti di veri ETF crypto, sono comunque fondi che offrono esposizione al settore poiché è presumibile che se le criptovalute si apprezzano, a parità di altri fattori saliranno anche i prezzi delle azioni delle società che con quel settore hanno a che fare.

La composizione di un buon portafoglio di criptovalute

Secondo Stillman, il tuo portafoglio di criptovalute dovrebbe avere una composizione simile a quella di qualsiasi altra parte del portafoglio d’investimento. Dovrebbe essere diversificato e adeguato alla tua tolleranza al rischio.

Meglio puntare su criptovalute che hai ampiamente approfondito e che ti permettono di investire con un buon grado di serenità. “Leggi le ricerche sulle criptovalute per capire a fondo i meccanismi e gli obiettivi alla base di ognuna di esse”, dice. “Informati anche su chi le ha create e sul loro andamento passato”.

È importante inoltre che tu ti chieda perché vuoi acquistare criptovalute e quali sono i tuoi obiettivi. Stai comprando perché te lo hanno suggerito degli amici? È per un guadagno a breve o a lungo termine? Cosa pensi di fare con i profitti che otterrai? “Alcune criptovalute sono liquide, mentre altre non lo sono”, sottolinea Stillman. “Quanto è importante per te?”

Un buon portafoglio di criptovalute è quello che ti consente di mantenere i tuoi investimenti durante i periodi di ribasso e di rialzo, senza dover rinunciare alla tranquillità. “Se impegni in criptovalute una percentuale troppo consistente del tuo portafoglio o se ti concentri eccessivamente su altcoin molto speculative, rischi di ritrovarti ad avere le cosiddette mani di carta”: un’espressione usata per descrivere gli investitori che vendono per paura al primo segnale di ribasso, spiega Samsonoff.

“Al contrario, se riservi alle crypto una percentuale troppo bassa del tuo portafoglio, corri il rischio di peccare di avidità: è molto probabile, infatti, che al crescere delle crypto entri in gioco un bias di conferma che potrebbe indurti a comprare quando il mercato avrà raggiunto il culmine, dopo le difficoltà vissute nella fase precedente”, dice.

Come gestire il portafoglio di criptovalute

Adottare una prospettiva di lungo corso, vale a dire di anni e persino decenni, ti consentirà di gestire al meglio il tuo portafoglio di criptovalute. “Si tratta di un’asset class nuova e quindi molto volatile, perciò bisogna concentrarsi sui profitti che si potrebbero realizzare nell’arco di decenni, non di settimane o mesi”, dice Edelman.

Leinweber spiega che in genere, nell’arco di quattro anni o più, la maggior parte dei portafogli consente di ottenere profitti. “Si tratta di investimenti nelle nuove tecnologie e non certo di espedienti per arricchirsi da un giorno all’altro”.

Molti esperti consigliano di utilizzare la cosiddetta tecnica del piano d’accumulo del capitale, in cui si acquista o si vende una somma di denaro prestabilita, indipendentemente da ciò che accade. In questo modo potrai limitare al massimo il rischio di agire impulsivamente.

“Cercare di cronometrare alla perfezione il mercato o controllare l’andamento del proprio portafoglio ogni giorno, generalmente è una fonte di stress e porta a prendere decisioni sbagliate. Meglio, invece, rivalutare periodicamente le tue posizioni e ribilanciare il portafoglio man mano che si modifica la tua visione del mercato, in maniera non troppo diversa da quanto avviene per un portafoglio azionario”, dice de Sousa.

Senza questi accorgimenti, gli investimenti in criptovalute potrebbero sovraccaricare il tuo portafoglio e accrescerne il rischio complessivo.

“Se non sei un trader attivo, è opportuno che tu mantenga costante la percentuale del portafoglio destinata alle criptovalute e che, in base a quella, ribilanci mensilmente o trimestralmente i tuoi investimenti”, dice Greg King, fondatore e CEO di Osprey Funds, società di investimenti attiva nel settore delle crypto.

Come monitorare gli investimenti in criptovalute

Monitorare il proprio portafoglio di criptovalute può rappresentare una vera e propria sfida. Il consiglio più importante è quello di individuare innanzitutto l’orizzonte temporale entro il quale si vogliono realizzare i propri obiettivi, dice Samsonoff. Prima di iniziare, stabilisci con precisione non solo il momento ideale per fare il tuo ingresso nel mercato, ma anche quando intendi abbandonarlo.

“Senza un piano definito, non farai che mettere a dura prova la tua fiducia o, peggio, la tua scarsa convinzione. Il rischio è quello di lasciarsi sopraffare dalle emozioni e dalla grande volatilità del mercato delle criptovalute”, conclude Samsonoff.

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