Imposta di bollo conto deposito: costi, calcolo, quando si paga

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Pubblicato: 14/12/2023, 11:16 am

Giulia Adonopoulos
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Tra le voci di costo del conto deposito c’è l’imposta di bollo. Si tratta di un’imposta indiretta non collegata al guadagno ottenibile dai tassi concordati sul deposito vincolato, ma al saldo medio del conto nel corso dell’anno.

In Italia, l’imposta di bollo sui conti deposito è stata introdotta con l’obiettivo di finanziare la spesa corrente dello Stato, ma non tutti i conti deposito hanno l’imposta di bollo a carico del cliente. Alcune banche e società finanziarie possono infatti addossarsi il costo dell’imposta di bollo come parte delle loro offerte.

In questo articolo vediamo come funziona l’imposta di bollo sul deposito titoli, a quanto ammonta, come si calcola e come non pagarla.

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Cos’è l’imposta di bollo sui conti deposito

L’imposta di bollo sui conti deposito è un tributo a carico del cliente che si applica su tutti i conti deposito ed è pari allo 0,1-0,2% della somma vincolata che si paga quando la giacenza media del conto è superiore ai 5.000€.

Il DPR 642 del 1972 ha istituito l’imposta di bollo sui conti bancari dettagliandone le casistiche e le modalità di applicazione, inclusa la tassazione proporzionale per i conti deposito, che gestiscono il risparmio e generano guadagni dagli interessi.

A differenza dell’imposta di bollo sul conto corrente, che è fissa e sempre pari a 34,20€ se il cliente è una persona fisica e a 100€ se è un cliente business, l’imposta di bollo sul conto deposito e sui libretti di risparmio è una tassa proporzionale. Ciò significa che si applica alle somme vincolate – quelle cioè non liberamente utilizzabili – e corrisponde al 2 per mille di queste, non andando a incidere sul guadagno generato dal tasso di interesse. La periodicità del pagamento varia in base alla giacenza vincolata e alla periodicità della rendicontazione, che a seconda degli accordi con la banca può essere mensile, trimestrale o annuale.

Significato di giacenza media spiegato

La giacenza media, anche detta saldo medio, è l’elemento cruciale da cui dipende l’applicazione dell’imposta di bollo sui conti correnti e deposito. Ma cosa si intende di preciso con questo termine? Prendendo in prestito la definizione che ne dà l’Agenzia delle Entrate,

La giacenza media annua è l’importo medio delle somme a credito del cliente in un dato periodo ragguagliato ad un anno. Il calcolo della giacenza media annua si determina dividendo la somma delle giacenze giornaliere per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito/conto risulta attivo.

In parole semplici, la giacenza media annua è la media dei saldi contabili giornalieri di ciascun rapporto nel periodo oggetto di rendicontazione.

È un dato rilevante per la fiscalità, in quanto fornisce informazioni utili al fisco per stabilire la media del denaro sul conto in un periodo prestabilito. La conoscenza della giacenza media è fondamentale anche per accedere a benefici governativi annuali, come borse di studio, buoni libro, sussidi economici e agevolazioni per le utenze, la mensa scolastica e i servizi sanitari, che dipendono dalle condizioni economiche attestate dall’ISEE e contribuiscono a promuovere l’eguaglianza sociale. Inoltre, la giacenza media costituisce un indicatore affidabile per valutare la reale necessità di concedere tali benefici, poiché può attestare la ricchezza di un individuo anche in assenza di altri beni patrimoniali.

Cos’è la rendicontazione

Dal momento che la giacenza media influisce direttamente sull’importo dell’imposta di bollo, è importante verificare la rendicontazione del conto deposito per calcolare il saldo medio annuo detenuto sul conto. Si tratta di un documento emesso dalla banca con cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale, dove vengono riportate tutte le operazioni e le transazioni relative al conto durante un periodo specifico. È una sorta di estratto conto dove si vedono i movimenti, i depositi, i prelievi, gli interessi maturati e le commissioni addebitate.

L’imposta di bollo sul conto deposito viene calcolata in occasione del rilascio dell’estratto conto del deposito. Se nel periodo rendicontato la giacenza media del conto è inferiore o uguale ai 5.000€, il cliente non deve pagare l’imposta di bollo; se, invece, il saldo medio supera questa soglia, gli sarà addebitata sul conto.

L’imposta di bollo sui depositi è calcolata sulla base della giacenza media del conto durante l’anno. Pertanto, due conti deposito con le stesse caratteristiche in termini di tassi e durata del vincolo possono avere importi di imposta di bollo differenti, a seconda del periodo in cui vengono emessi gli estratti conto.

Quando si paga l’imposta di bollo sul deposito titolo?

In Italia, l’imposta di bollo sul deposito titoli si paga quando la giacenza media del conto nel periodo rendicontato supera i 5.000€, e viene addebitato direttamente sul conto deposito o trattenuto dall’intermediario finanziario che gestisce il conto.

Secondo le disposizioni del DPR n. 642/1972 e le circolari dell’Agenzia delle Entrate numero 48/2012 e numero 15/2013, il calcolo dell’imposta avviene in base alla frequenza con cui vengono emessi gli estratti conto e all’importo vincolato nel conto deposito.

La rendicontazione può avvenire ogni mese, ogni tre o sei mesi o una volta all’anno, influenzando l’importo dell’imposta di bollo. Inoltre, il periodo di vigenza del conto deposito relativo alla data di apertura e chiusura determina se sarà dovuta l’imposta minima.

Come si calcola l’imposta di bollo sul conto deposito

Come abbiamo detto, il calcolo dell’imposta di bollo sul conto deposito tiene conto della periodicità della rendicontazione e dell’importo vincolato nel conto. Dal 1° gennaio 2023, l’imposta si calcola in proporzione alla somma depositata e al numero di giorni in cui il conto è attivo, con un’attuale aliquota dello 0,20%.

Ad esempio, se hai un conto deposito di 5000€ aperto il 1° gennaio, a fine anno pagherai un’imposta di bollo di 10€ (1000€ * 0,20% * 365 / 365). Se lo hai aperto il 1° luglio, pagherai 5€ (5000€ * 0,20% * 182 / 365).

Come non pagare l’imposta di bollo sul conto deposito?

Per evitare di pagare l’imposta di bollo sul conto corrente, è necessario attenersi a determinate condizioni stabilite dalla normativa fiscale. In particolare, per le persone fisiche, l’imposta non è dovuta quando il valore medio di giacenza annuo, calcolato sulla base degli estratti e dei libretti, non supera complessivamente i 5.000 euro. La giacenza media si ottiene sommando i saldi giornalieri del conto corrente e dividendoli per il numero dei giorni di rendicontazione o detenzione del rapporto, ponderando la giacenza media di ciascun rapporto in base alla quota di detenzione.

Se la giacenza media non supera i 5.000 euro, l’imposta di bollo non è applicata. Tuttavia, superata questa soglia, l’imposta diventa un costo fisso del conto corrente, con importi specifici per persone fisiche e giuridiche. Per evitare tale imposta, si possono adottare diverse strategie. Una possibile soluzione è aprire un secondo conto corrente a zero spese e trasferire una parte della liquidità. In alternativa, è possibile investire la somma che supera i 5.000 euro. Inoltre, esistono conti che coprono direttamente l’imposta di bollo, senza che l’utente debba affrontare direttamente il pagamento.

Per quanto riguarda i conti deposito, l’imposta di bollo è calcolata in modo proporzionale alla giacenza rilevata nell’estratto conto, con un’aliquota dello 0,20%. Per evitarne il pagamento, è sufficiente disinvestire parte del denaro presente sul conto deposito, trasferendolo sul conto corrente operativo di appoggio alcuni giorni prima della data in cui la banca effettua il prelievo dell’imposta. Inoltre, anche per i conti deposito, esistono condizioni e situazioni che consentono l’esenzione dall’imposta, come un reddito ISEE inferiore a 7.500 euro o il possesso di un conto base, che è un conto gratuito con operatività limitata. In alcuni casi la banca si fa carico del costo del bollo. Vediamo dunque i casi di conti deposito senza imposta di bollo.

Esistono conti deposito senza imposta di bollo?

La risposta è sì: esistono conti deposito con imposta di bollo a carico della banca. Spesso si tratta di neobank, banche online e fintech, che offrono al cliente l’esenzione dal pagamento dell’imposta come parte delle loro promozioni. In alcuni casi l’imposta di bollo non è a carico del cliente se è nuovo, apre il conto entro una specifica data, o se ha determinati requisiti o, ancora, in presenza di alcune condizioni previste dal contratto.

Tieni presente che la maggior parte dei conti deposito prevede l’imposta di bollo dello 0,20% annuo a carico del cliente sulle somme depositate, ma ciò non pregiudica la validità o la convenienza del prodotto. Molti dei conti deposito migliori secondo Forbes Advisor, infatti, caratterizzati da zero spese di apertura e di gestione, una buona reputazione e un rendimento annuo elevato, annoverano l’imposta di bollo tra i costi.

Tra i migliori conti deposito che non sono senza imposta di bollo troviamo, per esempio:

Conti deposito senza imposta di bollo

  • SI conto! di Banca Sistema è il conto deposito con un tasso di rendimento fino al 4,1% lordo (3,03% netto) per un vincolo di 10 anni. L’imposta di bollo dello 0,20% è a carico della banca.
  • Il conto deposito Tinaba (Banca Profilo) ha zero imposta di bollo, poiché è la banca a farsene carico. Il conto è disponibile in due versioni: Start, con tasso lordo fino al 3%, e Premium, con tasso lordo fino al 4%. La durata del vincolo va dai 6 ai 12 mesi e la somma è svincolabile in qualsiasi momento.
  • Il conto deposito di Smart Bank non prevede imposta di bollo a carico del cliente e offre un interesse fisso lordo incrementale di 4,50% il primo anno, 5% il secondo anno, 6% il terzo anno, 7% il quarto anno e 8% il quinto anno.

Imposta di bollo conto deposito vs conto corrente

Conto corrente e conto deposito sono strumenti bancari con caratteristiche e scopi diversi. Il conto corrente ha un’operatività più ampia rispetto al conto deposito: consente di effettuare pagamenti, prelevare, accreditare lo stipendio o la pensione, addebitare le utenze. È anche lo strumento necessario per ottenere una carta di credito o un prestito. Un conto deposito invece è uno strumento di risparmio a breve o medio termine e che, a differenza del conto corrente, offre dei rendimenti.

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L’imposta di bollo rappresenta un aspetto significativo nella comparazione tra conto deposito e conto corrente, due prodotti finanziari distinti anche sul fronte della tassazione.

Per quanto riguarda il conto corrente, l’imposta di bollo è una cifra fissa annua di 34,20 euro, indipendentemente dalla giacenza media e dalla frequenza degli estratti conto. La sua applicazione è legata al possesso di una giacenza media annua superiore a 5.000 euro. Questa imposta è definita indiretta e cartolare, non legata alle capacità contributive dei soggetti ma correlata ai documenti redatti in forma scritta, come gli estratti conto.

D’altra parte, il conto deposito presenta una tassazione più complessa. La sua imposta di bollo è calcolata come lo 0,20% dell’importo depositato e viene applicata in proporzione alla somma presente al momento della rendicontazione.

Un elemento chiave di distinzione è che, mentre l’imposta di bollo sul conto corrente è una cifra fissa e si basa sulla giacenza media annua, quella del conto deposito è una percentuale applicata al valore del deposito e si calcola sulla giacenza al momento della rendicontazione, indipendentemente dalla frequenza di quest’ultima. Il conto deposito è soggetto anche a una ritenuta fiscale del 26% sugli interessi, differenziandosi ulteriormente dal conto corrente, che di solito non paga interessi sulle somme depositate. La ritenuta fiscale riduce gli interessi lordi maturati, influenzando il rendimento effettivo del conto deposito.

Imposta di bollo conto deposito: domande frequenti

Perché devo pagare l’imposta di bollo sul conto deposito?

L’imposta di bollo sul conto deposito è una tassa proporzionale, pari allo 0,2%, a carico del cliente, calcolata sull’ammontare delle somme vincolate nel conto. Il tributo è stato introdotto per finanziare le casse pubbliche in base al patrimonio depositato e non incide sul guadagno generato dal tasso di interesse.

Quanto sono tassati i conti deposito?

I conti deposito sono soggetti a due tipi di tasse: l’imposta di bollo, pari al 2 per mille della somma depositata che supera la giacenza media di 5.000€, e l’imposta pari al 26% sulle rendite generate dagli interessi lordi maturati.

Quali sono le banche che non fanno pagare l’imposta di bollo?

L’imposta di bollo sul conto deposito può non essere addebitata al cliente quando la banca o l’istituto finanziario che offre il conto si fa carico della tassa. Tra queste troviamo Banca Sistema, con il conto deposito Si Conto, Tinaba – la neobank di Banca Profilo -, e Smart Bank.

Quando si paga l'imposta di bollo sui libretti di risparmio?

L’imposta di bollo sui libretti di risparmio è dovuta quando la giacenza media supera i 5.000 euro. La giacenza media è calcolata sommando i saldi giornalieri del conto e dividendoli per il numero dei giorni di rendicontazione o detenzione del rapporto.

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