Cos’è la recessione: significato e conseguenze per l’economia

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Pubblicato: 19/02/2023, 03:35 pm

Benedetta Giuliani
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Una recessione è un calo significativo dell’attività economica che dura mesi o addirittura anni. Gli analisti del settore parlano di recessione quando il prodotto interno lordo (PIL) di una nazione è negativo, si registra una crescita del tasso di disoccupazione, un calo delle vendite al dettaglio e una contrazione dei redditi e del settore manifatturiero per un periodo di tempo prolungato. Le recessioni sono considerate fasi inevitabili del ciclo economico, ovvero del fisiologico alternarsi di espansioni e contrazioni che caratterizzano l’economia di una nazione.

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Recessione: la definizione del termine

Durante una recessione il sistema economico è in difficoltà, il tasso di occupazione cala e le vendite delle aziende diminuiscono, così come la produzione economica complessiva del paese. Il momento che segna ufficialmente l’ingresso in una fase di recessione economica dipende da diversi fattori.

Nel 1974, l’economista Julius Shiskin ha individuato una serie di criteri fondamentali che identificano una recessione: secondo il più popolare tra questi indicatori, si parla di recessione quando il PIL diminuisce per due trimestri consecutivi. Per Shiskin, un’economia sana tende a crescere nel tempo, quindi due trimestri consecutivi in cui la produzione registra una contrazione segnalano la presenza di alcuni gravi squilibri. Nel corso degli anni, questa definizione di recessione si è affermata diventando uno standard condiviso.

Quali sono le cause di una recessione?

L’inizio di una recessione può avere diverse cause, come uno shock economico improvviso o gli effetti di un’inflazione incontrollata. Ecco alcuni dei principali fattori all’origine di una recessione.

  • Uno shock economico improvviso: uno shock economico ha origine da un evento imprevisto che crea gravi danni finanziari. Negli anni ’70, ad esempio, l’OPEC interruppe improvvisamente la fornitura di petrolio agli Stati Uniti, innescando una fase recessiva durante la quale le file alle stazioni di servizio divennero interminabili. L’epidemia di coronavirus, che ha causato una crisi economica globale, è un esempio più recente del fenomeno.
  • Debito eccessivo: quando i singoli o le imprese contraggono debiti eccessivi, spesso non riescono a coprire sia i costi degli interessi sia quelli delle bollette. Quando i casi di insolvenza e di bancarotta registrano forti impennate, l’economia subisce un crollo. La bolla immobiliare della metà degli anni ’80, che ha portato alla Grande Recessione, è un esempio lampante di recessione causata da una crescita eccessiva del debito.
  • Bolle speculative: quando gli investitori si lasciano guidare dall’impulsività anziché da una strategia, spesso si trovano a fare i conti con risultati finanziari negativi. Lo stesso vale per gli investitori che durante una fase di espansione economica assumono un atteggiamento eccessivamente ottimista. Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti), ha definito questa tendenza “esuberanza irrazionale”, parlando della crescita incontrollata del mercato azionario alla fine degli anni Novanta. L’esuberanza irrazionale dà impulso a bolle del mercato azionario o immobiliare: quando le bolle scoppiano, le conseguenti ondate di panic selling possono provocare un crollo del mercato, causando una recessione.
  • Inflazione troppo elevata: l’inflazione è la tendenza costante all’aumento dei prezzi nel tempo. Non si tratta di un fenomeno di per sé negativo, ma quando raggiunge livelli eccessivi può diventare pericolosa. Le banche centrali controllano l’inflazione aumentando i tassi di interesse, e il loro rialzo deprime l’attività economica. Negli anni ’70 quello dell’inflazione incontrollata è stato un fenomeno costante negli Stati Uniti. Per arginare il problema, la Federal Reserve aumentò i tassi d’interesse in modo improvviso, provocando una recessione.
  • Deflazione troppo elevata: abbiamo visto in che modo l’inflazione può provocare una recessione, ma la deflazione può avere effetti ancora più negativi. Il fenomeno della deflazione consiste in un calo dei prezzi nel corso del tempo, con la conseguente contrazione dei salari, che causa un’ulteriore diminuzione dei prezzi. Quando una spirale deflazionistica sfugge di mano, individui e imprese smettono di spendere, con effetti dirompenti sull’economia. Sono pochi gli strumenti che le banche centrali e gli economisti hanno a disposizione per correggere i fattori che causano il fenomeno. Il Giappone si è trovato a dover affrontare un periodo di deflazione durato gran parte degli anni Novanta e che ha trascinato il paese in una grave recessione.
  • Innovazione tecnologica: le nuove invenzioni incrementano i livelli di produttività e nel lungo periodo giovano all’economia, anche se ogni innovazione tecnologica può richiedere un breve periodo di adattamento. Il XIX secolo è stato attraversato da una serie di innovazioni tecnologiche che hanno permesso di ridurre drasticamente i carichi di lavoro. La rivoluzione industriale ha reso obsolete diverse professioni, dando origine a recessioni e periodi di crisi. Oggi, secondo alcune previsioni, l’intelligenza artificiale e i robot potrebbero causare recessioni sostituendo in tutto e per tutto alcuni lavori.

Recessioni e ciclo economico

Per ciclo economico si intende l’alternarsi di periodi di espansione e di recessione in un’economia. Quando inizia una fase di espansione, l’economia registra una crescita stabile e duratura. Durante questi periodi, le banche erogano prestiti secondo condizioni più agevoli e a costi inferiori, incoraggiando consumatori e imprese a contrarre debiti. L’esuberanza irrazionale inizia a prendere il sopravvento sui prezzi degli asset.

Più una fase di espansione economica si prolunga, più rapidamente aumentano il valore degli asset e i carichi di debito. A un certo punto del ciclo, quindi, uno dei fenomeni sopra elencati finisce per frenare l’espansione economica. Lo shock provoca lo scoppio delle bolle speculative, fa crollare il mercato azionario e rende insostenibile il costo dei debiti contratti. Di conseguenza, la fase di crescita si arresta e l’economia entra in recessione.

Differenza tra recessione e depressione

La recessione e la depressione hanno cause simili, ma l’impatto complessivo di una depressione è decisamente più negativo. Il numero di persone che perdono il lavoro aumenta, il tasso di disoccupazione è più elevato e la flessione del PIL è maggiore. Una depressione, inoltre, dura più a lungo, si tratta di anni piuttosto che di mesi, e la ripresa economica richiede più tempo.

Non esistono una definizione univoca o dei parametri precisi per identificare una depressione. Il principale fattore distintivo è che tutti gli effetti di una depressione sono più profondi e durevoli. Nell’ultimo secolo, ad esempio, una nazione come gli Stati Uniti ha conosciuto una sola depressione: la Grande Depressione.

La Grande Depressione iniziò nel 1929 e durò fino al 1933, ma l’economia si riprese solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quasi un decennio dopo. Durante la Grande Depressione, la disoccupazione negli Stati Uniti salì al 25% e il PIL scese del 30%. Si trattò di un crollo economico senza precedenti nella storia moderna con gravi ripercussioni anche sull’economia europea e italiana.

Per fare un paragone, la Grande Recessione è stata la peggior recessione dopo la Grande Depressione. Durante la Grande Recessione, la disoccupazione ha raggiunto un picco del 10% negli Stati Uniti e la recessione ha avuto una durata di circa un anno e mezzo.

Tra gli economisti è diffuso il timore che la recessione provocata dal coronavirus possa trasformarsi in una depressione, a seconda di quanto durerà.

Si può prevedere una recessione?

Dato il carattere incerto delle previsioni economiche, predire l’arrivo di una recessione è un’impresa tutt’altro che semplice. Ad esempio, l’epidemia di Covid-19 è scoppiata all’improvviso all’inizio del 2020 e nel giro di pochi mesi ha provocato una vera e propria crisi del sistema economico, facendo perdere il lavoro a milioni di persone.

Al netto di queste osservazioni, potremmo considerare alcuni indicatori dei segnali dell’arrivo di una crisi. Prestare attenzione ai punti elencati di seguito può aiutarti a capire come prepararti ad una recessione prima che arrivi.

  1. Curva di rendimento invertita: la curva di rendimento è un grafico che riporta il valore di mercato – o il rendimento – di una serie di titoli di Stato, dalle obbligazioni con scadenza a un mese a quelle a 50 anni. Quando il sistema economico è in condizioni normali, i rendimenti delle obbligazioni a più lungo termine dovrebbero essere più elevati. Quando invece i rendimenti a lungo termine sono più bassi di quelli a breve termine, è segno che gli investitori temono l’arrivo di una recessione. Questo fenomeno è noto come inversione della curva di rendimento e in passato ha predetto il verificarsi di recessioni.
  2. Calo della fiducia dei consumatori: la spesa dei consumatori è il principale motore dell’economia. Se i sondaggi mostrano un calo significativo della fiducia dei consumatori, è probabile che il fenomeno sia un segnale dell’arrivo imminente di una crisi economica. Si registra un calo della fiducia dei consumatori quando la popolazione sottoposta a sondaggio dichiara di non sentirsi sufficientemente sicura nello spendere denaro; se questo timore spinge i consumatori a ridurre la spesa, l’economia subisce una flessione.
  3. Improvvisi cali del mercato azionario: un calo improvviso e significativo dei mercati azionari potrebbe indicare che è in arrivo una recessione, infatti gli investitori vendono parte delle loro azioni, e talvolta la loro totalità, in previsione di un periodo di crisi economica.
  4. Aumento del tasso di disoccupazione: naturalmente, l’aumento del numero di persone che perdono il lavoro dovrebbe essere considerato un segnale negativo per l’economia. Se si registra un forte aumento del tasso di disoccupazione per alcuni mesi, allora una fase di recessione potrebbe essere vicina.

Cosa si rischia con la recessione?

Durante una recessione aumentano le probabilità di perdere il lavoro a causa della crescita del tasso di disoccupazione. Trovare un nuovo impiego diviene inoltre molto più difficile, dal momento che un maggior numero di persone è rimasto senza lavoro. Chi riesce a mantenere il proprio lavoro potrebbe subire tagli al salario e ai benefit e avere maggiori difficoltà a negoziare futuri aumenti di stipendio.

Gli investimenti in azioni, obbligazioni, immobili e altre attività possono causare perdite in caso di recessione, riducendo i tuoi risparmi e compromettendo i tuoi progetti per la pensione. Nel caso in cui la perdita del lavoro dovesse impedirti di riuscire a saldare le fatture, potresti dover affrontare il rischio di perdere la casa e altri beni.

I titolari di aziende realizzano meno vendite durante una recessione e possono trovarsi costretti a dichiarare bancarotta. Il governo cerca di sostenere le imprese in questi momenti difficili, ma è comunque estremamente complesso garantire assistenza economica alla totalità della popolazione durante una grave recessione.

Poiché in una fase di recessione cresce il numero di persone che non sono in grado di saldare i conti, gli istituti di credito irrigidiscono le condizioni che consentono di stipulare mutui, prestiti per l’acquisto di auto e altri tipi di finanziamento. Rispetto a quanto avverrebbe in periodi economici più favorevoli, per ottenere prestiti sarà necessario godere di un merito creditizio migliore o versare anticipi più consistenti.

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