Spread: cos’è e come funziona

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Aggiornato: 04/08/2023, 03:04 pm

Giulia Adonopoulos
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Nell’intricata rete dell’economia globale, diversi fattori influenzano il flusso e il costo del denaro, e il panorama finanziario nel complesso. Tra questi elementi cruciali troviamo lo spread, il cui andamento è costantemente al centro dell’attenzione dal momento che incide su risparmi, mutui e investimenti.

Capire cos’è lo spread e come funziona è fondamentale per gli investitori e per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche dell’economia.

In questa guida approfondiamo il concetto di spread: cosa indica, dove può arrivare, e cosa significa quando aumenta e quando si abbassa.

Cosa è lo spread

Lo spread è la differenza fra il rendimento di due valori finanziari. Nell’accezione più comune, si tratta dello scarto di rendimento tra i BTP (Buoni del Tesoro Pluriennale) a 10 anni e i titoli di Stato italiani rispetto a quelli di un Paese benchmark, considerati come riferimento per valutare il rischio finanziario. Nella nostra fattispecie si utilizzano i Bund (Bundesanleihen), titoli di Stato della Germania analoghi ai BTP presi a riferimento in quanto i più bassi d’Europa, che avranno quindi un rating migliore di quello dei titoli italiani.

Il confronto tra BTP e Bund servirà quindi a capire il sentiment degli investitori verso un determinato Paese.

Come funziona lo spread

Lo spread si esprime in “basis point” (bp), ad esempio nel momento in cui scriviamo (29 luglio 2023) lo spread è a 161 “basis point”, nonché punti base. Ogni BP equivale a un centesimo di punto percentuale. Quindi se oggi lo spread è a 161 punti base, significa che c’è un differenziale di rendimento sul tasso di interesse tra i BTP italiani e i Bund tedeschi dell’1,61%.

Ad esempio, se il rendimento del titolo di stato italiano è del 3,8% e il rendimento del titolo di stato tedesco è del 2%, lo spread di rendimento tra i due titoli sarà:

Spread = 3,8% – 2% = 1,8%, ovvero 180 punti base.

Discorso analogo per strumenti che hanno come sottostante il tasso dello spread che andiamo a calcolare, come per esempio i mutui.

Dove può arrivare lo spread?

Dall’insediamento del governo Meloni, lo spread viaggia tra i 150 e i 250 punti base, in costante decrescita. È importante capire che non esiste una certa soglia assoluta dello spread che indica se il Paese è a rischio o meno. Dalla crisi del debito del 2011 dei Paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna), lo spread dell’Italia è oscillato tra i 600 e i 50 bp. Andiamo a vedere nel dettaglio quando è stato un rischio per l’Italia avere uno spread molto alto.

Iniziano a giungere problemi nell’estate del 2011, momento in cui l’allora presidente della Bce Jean Claude Trichet, e Mario Draghi, allora numero uno di Banca d’Italia, notificano al governo Berlusconi IV una serie di misure finanziarie stringenti per evitare il collasso, giacché la situazione era già critica. Quel giorno lo spread arriva a 400 bp.

Il giorno fatidico è stato il 9 novembre 2011: lo spread Italia Germania tocca il record di 575 bp, con il tasso di interesse sul BTP del 7,47%. Il 16 novembre 2011, entra in campo il Governo Monti, con il solo compito di portare l’Italia fuori dal baratro con riforme strutturali. Lo spread scende così a 530 punti. Il 2012 è comunque un anno difficile in cui il differenziale non riesce a raffreddarsi. Tenuto conto delle riforme strutturali dell’Italia e su tutto del “Whatever it takes” di Mario Draghi del 26 luglio del 2012, l’Italia torna ad avere uno spread stabile sopra i 250 bp nell’anno successivo.

Come vediamo, quindi, il differenziale non ha un limite “assoluto” che designa il default, bensì è solo un indice di riferimento che ci indica il sentiment del mercato.

Discorso analogo per gli altri Stati europei. Se per gli investitori, l’Italia era sull’orlo del collasso a 575 bp, la Grecia era arrivata a superare i 2500 bp sul Bund tedesco. Con un massiccio piano di risanamento voluto dalla Troika (BCE, Commissione Europea e FMI), la Grecia è riuscita comunque a salvare le proprie finanze.

Spread oggi: andamento in tempo reale

Qui possiamo vedere l’andamento dello spread nel corso del tempo. Come detto prima, la curva inizia a essere decrescente dall’insediamento del governo Meloni, oscillando tra i 250 e i 150 bp. Oggi troviamo lo spread a 161 bp (dato aggiornato al 29 luglio 2023).

Fonte grafico: Borsa Italiana

Vediamo anche altri spread europei oggi. Notiamo che sia lo spread spagnolo che francese viaggiano ormai costantemente sotto i 100 bp.

Spread Spagna con confronto BONO/Bund a 5 anni:

Fonte grafico: Borsa Italiana

Spread Francia con confronto OAT-Bund 5 anni:

Fonte grafico: Borsa Italiana

Cosa fa salire lo spread?

Vari fattori possono incidere sulla crescita dello spread. Il tutto deriva sempre dal sentiment del mercato, che a sua volta viene influenzato da più variabili economico-finanziarie. Generalmente i fattori sono strettamente correlati e possiamo nominarne alcuni:

  • Condizioni economiche deboli: generalmente uno Stato strutturalmente debole può far venire meno la fiducia a lungo termine degli investitori.
  • Rischio di credito: un altro indice fondamentale che osservano gli investitori è il rapporto Debito/Pil, ovvero quanto lo Stato è indebitato rispetto a ciò che ogni anno produce. Un indebitamento eccessivo può far credere agli investitori che il debito stesso non verrà mai ripagato, creando così le condizioni per avere un costo del debito, che ricade a sua volta sullo spread, via via crescente.
  • Cambiamenti nelle politiche economiche o fiscali: solitamente ad ogni cambio di governo, si torna a parlare di spread, come se fosse una variabile direttamente correlata. In realtà la correlazione c’è, ma è indiretta. L’ideologia politica e la campagna elettorale fatta dal governo che si va ad insediare incidono molto sulla fiducia degli investitori, di conseguenza un governo che viene percepito come meno “affidabile” porterà un ampliamento della forbice dello spread.
  • Andamento dei mercati internazionali: le condizioni macroeconomiche possono influenzare lo spread. Ad esempio, possono cambiare i flussi di scambi tra un Paese e l’altro.

Cosa significa se si alza lo spread

Come detto in precedenza, l’aumento dello spread sta a significare un aumento del rischio e del costo di finanziamento per lo Stato.

Un aumento significativo dello spread può avere diverse conseguenze negative per l’economia di un paese, tra cui:

Fuga di capitali. Gli investitori possono percepire la crescita di una stagnazione o recessione economica e di conseguenza saranno più propensi a spostare capitali all’estero cercando un trade-off rischio-rendimento migliore.

Aumento dei costi di finanziamento: se cresce lo spread, il governo dovrà pagare tassi di interesse più elevati sui debiti, aumentando i costi di finanziamento.

Rallentamento dell’attività economica: l’aumento dei costi di finanziamento si ripercuote direttamente sulle singole richieste di finanziamento, dato che in esse si trasla il tasso Euribor. Quindi esso potrà portare a una diminuzione di richieste di finanziamento di imprese e famiglie, riducendo così i consumi e gli investimenti del Paese.

Cosa significa quando lo spread scende

Se lo spread scende, significa che la differenza di rendimento tra due tassi (nel nostro caso BTP e Bund) si riduce. Quindi l’Italia diventa un porto più sicuro per gli investitori. Una diminuzione dello spread sarà data da politiche monetarie favorevoli della Bce, in cui il policy maker decide di attuare politiche monetarie accomodanti che fanno sì che i tassi di interesse diminuiscano, riducendo così la forbice dello spread; o anche per un generico miglioramento delle condizioni economiche, che può dimostrare maggiore fiducia agli occhi degli investitori.

La riduzione dello spread può avere ripercussioni positive per lo Stato, tra cui:

Riduzione dei costi di finanziamento: lo Stato può beneficiare di un costo del debito minore, che si riflette anche sul singolo consumatore.

Attrazione maggiore di capitali: una diminuzione dello spread porterà a far credere agli investitori che il Paese sia in condizioni migliori e di conseguenza un buon territorio in cui investire capitali.

Domande frequenti

Cos'è lo spread in parole semplici?

Lo spread indica la differenza tra due tassi di interesse o rendimenti di strumenti finanziari simili, come ad esempio i tassi di interesse su mutui o i rendimenti dei titoli di Stato. Si utilizza un tasso benchmark (tasso ottimale a cui poter arrivare) a cui fare riferimento e un altro tasso che vogliamo andare ad analizzare, per capire appunto quanto è lo spread, in parole semplici la “distanza o differenza” tra i due valori.

Quanto è lo spread oggi?

Nel momento in cui scriviamo, lo spread dello Stato italiano è a 164 punti.

Quanto è lo spread sui mutui?

I tassi da tenere in considerazione sono:

  • EURIRS, tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso. È pari ad una media ponderata delle quotazioni alle quali le banche operanti nell’UE realizzano l’Interest Rate Swap;
  • EURIBOR, tasso interbancario di riferimento calcolato come media ponderata dei tassi di interesse ai quali le Banche operanti nell’Unione Europea cedono i depositi in prestito. È utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile.

Entrambi non hanno un valore assoluto perché dipendono dal tempo al quale essi vengono scambiati. Ad oggi l’EURIRS viene scambiato, considerando gli IRS (Interest Rate Swap) da 1 anno fino a 50 anni, al 4,03% fino al 2,42%, decrescendo all’aumentare del tempo.

Discorso analogo per l’EURIBOR, che però viene scambiato considerando archi temporali più brevi, dal mensile fino all’annuale.

Considerando gli EURIBOR 1M fino agli EURIBOR 12M, essi vengono scambiati dal 3,58% al 4,076%, aumentando di valore al crescere del tempo.

Come si fa a calcolare lo spread?

Il calcolo dello spread dipende dal contesto in cui si utilizza. Solitamente, si parla di spread dei titoli di Stato, ma può esistere anche sui mutui o altri strumenti finanziari.

Spread dei titoli di Stato:

Prendiamo i rendimenti di due titoli di Stato differenti, di cui uno benchmark, nel caso dell’Italia prendiamo i Bund tedeschi, in quanto la Germania è Paese benchmark in Europa.

Formula: Spread = BTP italiano – Bund tedesco

Esempio numerico: se il BTP rende il 4% e il Bund rende l’1%, lo spread sarà:

Spread= 4% – 1% = 3%, ovvero 300 punti di spread.

Chi ha lo spread più alto in Europa?

Ad oggi è l’Ungheria lo Stato ad avere lo spread più alto in Europa, con 488 punti. Seguono la Romania con 411 punti; la Serbia con 360 punti; la Polonia con 296 punti; la Bulgaria con 181 punti; l’Italia con 164 punti; la Repubblica Ceca con 156 punti e, a sorpresa, la Grecia con soli 126 punti.

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