EPS, utile per azione: cos’è e come si calcola?

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Pubblicato: 19/02/2023, 12:00 pm

Alberto Riva
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Acquistare azioni di una società è un’operazione da valutare attentamente. Se l’investimento è fruttuoso accresce il proprio capitale, quando non lo è, invece, può comportare perdite economiche.

Ecco perché chi decide di investire in titoli azionari deve considerare la redditività attuale e potenziale delle aziende, la loro capacità di produrre utili e quindi guadagni per gli azionisti.

Uno dei parametri più utilizzati per valutare se investire o meno in una società è l’EPS (utile per azione), una metrica che misura l’allocazione degli utili di ciascuna azione ordinaria, in relazione all’utile totale dell’azienda.

In questa guida ti spieghiamo cosa sono gli utili per azione, come funziona l’EPS e come si calcola.

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EPS Acronimo

In italiano si chiamano utili per azione, ma l’acronimo EPS (“earnings per share”, cioè guadagni o utili per azione) ha ormai sostituito il termine italiano nel glossario dei termini finanziari.

L’EPS è l’utile netto di una società diviso per il numero di azioni ordinarie in circolazione in un determinato periodo. Il risultato funge da indicatore della redditività di un’azienda, quindi più alto è l’EPS, più preziosa sarà considerata la società.

EPS, utile per azione: cos'è e come si calcola?

L’EPS viene utilizzato dagli investitori e dagli analisti per valutare le prestazioni delle società sul mercato, prevederne gli utili futuri e stimare il valore delle azioni.

Nel mercato i profitti delle società e il numero di azioni disponibili per la compravendita possono variare nel tempo, e l’EPS offre uno strumento per valutare la redditività di ogni singola azienda.

Gli utili per azione rappresentano una porzione dei ricavi di un’azienda allocati per ogni titolo azionario, determinano quanto un’azienda sia remunerativa e quanto, di conseguenza, sia redditizio l’investimento azionario. Se sei interessato al trading azionario, dai un’occhiata alle migliori azioni italiane.

Per calcolare l’EPS bisogna sottrarre dall’utile lordo gli eventuali pagamenti di dividendi avvenuti nell’esercizio di riferimento. In questo modo si ottiene l’utile netto, che andrà poi diviso per la media ponderata delle azioni in circolazione.

Esiste un metodo alternativo per calcolare l’EPS, tuttavia caduto in disuso in quanto ritenuto meno attendibile del primo, che prevede l’uso come denominatore del numero di azioni sul mercato in una specifica data, solitamente quella che coincide con la fine dell’esercizio.

Oggi il calcolo dell’EPS è agevolato dalla presenza di alcuni portali web che forniscono l’EPS già calcolato delle principali società sul mercato.

EPS: come funziona?

Esistono due tipi di EPS:

  • Basic earnings per share (utile per azione base) 

L’utile per azione base è l’utile netto disponibile agli azionisti ordinari, diviso per la media ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’anno. Suggerisce agli analisti quanto utile netto di una società è stato destinato a ciascuna azione ordinaria disponibile sul mercato. Si tratta di una media ponderata che permette di valutare eventuali varianti che derivano da nuove emissioni e riacquisti. L’EPS base è sostanzialmente una misura della redditività e viene considerato fattore determinante per il prezzo reale di un’azione. Viene utilizzato, infatti, anche in altri calcoli importanti del rapporto finanziario, tra cui il rapporto prezzo/utili.

  • Diluted earnings per share (utile per azione diluito) 

L’utile per azione diluito è una valore utile per comprendere la qualità dell’EPS di una società e può indicare il potenziale che un’azienda ha di aumentare il dividendo esistente. A differenza dell’EPS base, l’EPS diluito si calcola aggiungendo alle azioni ordinarie anche titoli convertibili, come le obbligazioni e i warrant, che potrebbero incrementare il numero di azioni in circolazione. Nelle valutazioni degli investitori, il diluted earnings per share esprime un valore più basso dell’EPS base, poiché l’incremento delle azioni potrebbe verificarsi anche quando il reddito netto resta invariato. Gli utili per azione diluiti consentono di valutare l’investimento in modo obiettivo, perché offrono una panoramica complessiva dei potenziali scenari di mercato, compresi i rischi per il proprio capitale. È consigliato considerare l’EPS diluito quando si valuta l’acquisto di azioni appartenenti a società con capitale complesso. Può essere calcolato nell’ottica di uno scenario restrittivo della possibilità di conversione (primary EPS) oppure in base ad uno scenario in cui tutti i diritti di opzione e conversione vengono esercitati, con effetto di diluizione sugli utili (fully diluted EPS).

L’utile per azione base e l’utile per azione diluito hanno in comune la stessa base di calcolo.

Per il resto, i due indici sono molto diversi fra loro, perché il primo considera solo le azioni attualmente in circolazione, il secondo, invece, la potenziale diluizione che potrebbe verificarsi da convertibili, warrant etc.

L’EPS base è sempre maggiore del diluito, anche se entrambi si calcolano sullo stesso reddito netto.

Viene spontaneo chiedersi quando, un investitore, calcolato l’EPS diluito, potrebbe non essere disposto ad acquistare azioni di una determinata società.

La risposta è: quando dal calcolo dell’EPS base e del diluito emerga una significativa differenza. Questa condizione, infatti, significa potenziali effetti negativi della diluizione del prezzo delle azioni.

EPS (utile per azione): formula e calcolo

Esiste una specifica formula di calcolo utile per azione, che agevola gli analisti nell’individuare le aziende sui cui puntare per realizzare buoni investimenti.

L’EPS si calcola dividendo il profitto generato da una società in un determinato periodo, con il numero di azioni in circolazione sul mercato nello stesso intervallo temporale.

Per calcolare l’utile per azione, quindi, bisogna prima calcolare l’utile netto sottraendo gli eventuali dividendi privilegiati.

Il valore ottenuto va poi diviso per la media ponderata delle azioni in circolazione.

Ecco la formula di calcolo utili per azione:

Utile per azione (EPS) =                    Utile netto – pagamento dei dividendi

   _____________________________________

             Media ponderata delle azioni in circolazione

Esempio calcolo EPS

Con un esempio di calcolo utile per azione, è più facile comprendere la formula che consente di ottenere l’EPS di una società.

Supponendo di voler calcolare l’EPS utile per azione di un’azienda, che nel periodo considerato presenta un utile netto di 500.000 euro, con 50.000 azioni in circolazione, l’EPS sarebbe di 10 euro.

Questo calcolo può essere analizzato, considerando che l’importo di 500.000, cioè l’utile netto, risulta già dalla sottrazione dall’utile della società dei dividendi privilegiati, che ipotizziamo ammontassero a 150.000 euro (utile 650.000 – 150.000 = 500.000). Il numero di azioni in circolazione, invece, in questo caso 50.000, risulta dal calcolo della media ponderata delle medesime.

Ma ecco un altro esempio di calcolo EPS.

Ipotizzando di voler calcolare l’EPS di una società con utile netto pari a 24 milioni di euro e azioni in circolazione pari a 10 milioni nel primo semestre dell’anno e pari a 15.000 nel secondo semestre, calcoliamo la media ponderata delle azioni in circolazione durante l’anno:

0.5 x 10 m + 0.5 x 15 m = 12,5

Ottenuta la media ponderata, l’EPS si calcola dividendo l’utile netto per la media:

24 milioni
__________      = 1,92 (EPS – Utile per azione)
12,5

Come valutare un buon EPS

Per quanto l’EPS sia uno strumento importante e ampiamente utilizzato dagli investitori, il valore corrispondente, preso singolarmente, non fornisce tutte le informazioni sulla solidità di un’azienda e sulla sua attuale o potenziale redditività.

Per questo motivo, la valutazione dell’EPS deve avvenire nel quadro di un’analisi completa, che tenga conto di altri fattori. Ecco come valutare un buon EPS passo dopo passo.

  1. Monitora l’EPS nel tempo – Al fine di individuare quanto profittevole sia una società, gli investitori devono monitorare l’andamento dell’EPS nel tempo, non solo in riferimento ad un solo esercizio o periodo. L’ideale sarebbe verificare il suo andamento negli anni per comprenderne il trend. Si può affermare che più elevato è l’EPS, più una società è considerata redditizia, e che più la crescita dell’EPS è costante nel tempo, maggiori sono le probabilità che l’investimento vada a buon fine.
  2. Confronta gli EPS – Confrontare gli EPS di diverse società operanti nello stesso settore è essenziale per individuare le aziende più competitive. Per esempio, fra due società simili, con lo stesso numero di azioni in circolazione, l’EPS più alto dell’una rispetto all’altra indica maggiore redditività della prima.
  3. Valuta l’EPS insieme ad altri fattori – È opportuno analizzare l’EPS in contemporanea con altre metriche per stimare il valore di una società e la sua potenziale crescita. Tra i fattori da prendere in considerazione rientrano il prezzo delle azioni della società, il rendimento degli utili e l’andamento del P/E, ovvero il prezzo in rapporto all’utile per azione.
  4. Confronta l’EPS con il prezzo delle azioni – Come parte del P/E, l’EPS viene utilizzato per valutare il valore del prezzo della azioni di una società rispetto ai suoi utili, e per determinare se le azioni sono costose o sopravvalutate (rapporto P/E  elevato), oppure se al contrario sono economiche o sottovalutate (rapporto P/E  basso).
  5. Valuta anche i fattori non-finanziari – Per valutare una società nel suo complesso e cercare di prevedere cosa accadrà in futuro in relazione ad un eventuale investimento, bisogna analizzare anche fattori non finanziari come la reputazione della società. È importante tenersi aggiornati consultando le notizie che provengono dal mercato finanziario (ad esempio previsioni di fallimento, indagine per reati finanziari in corso, etc.).

Dove trovare i migliori utili per azione

A questo punto è essenziale scoprire dove trovare gli utili per azione migliori, un vero e proprio elenco di società da analizzare, al fine di valutare l’acquisto di azioni.

La prima fonte è il sito ufficiale della Borsa Italiana, in cui si può monitorare l’andamento delle principali aziende quotate. Esistono anche siti web che analizzano i titoli migliori e peggiori del momento, stilando una classifica delle società per capitale ed EPS.

Non è raro trovare, sui siti specializzati in finanza, anche le raccomandazioni, che esprimono la media del consenso ricevuto dai broker.

Queste vengono espresse solitamente in “BUY” (compra); “HOLD” (mantieni il titolo acquistato); “SBUY” (indica le azioni con potenzialità molto alta, al rialzo); “UPFR” (è un consiglio di vendita moderata, in modo da ridurre il peso dell’azione all’interno del portafoglio) e “SELL” (indica le azioni con potenzialità al ribasso).

Chi è alla ricerca di notizie sull’utile per azione Eni, ad esempio, su questi siti troverà l’EPS calcolato e i ricavi della società suddivisi per periodo di riferimento.

Eni SpA


Data di rilascio Fine periodo EPS/previsto Ricavi/previsto
28.10.2022 09/2022 1,06/0,9419 37,3B/26,72V
29.07.2022 06/2022 1,07/0,9794 31,81B/24,61B
29.04.2022 03/2002 1/0,7442 32,49B/23,72B

Lo stesso vale per l’utile per azione Intesa Sanpaolo e di tante altre società.

Intesa Sanpaolo SpA


Data di rilascio Fine periodo EPS/previsto Ricavi/previsto
07.11.2022 09/2022 0,05/0,0487 5,02B/4,97B
29.07.2022 06/2022 0,06/0,0645 5,35B/5,1B
06.05.2022 03/2002 0,05/0,0514 5,41B/4,92B

Domande frequenti su EPS utili per azione

Cosa significa EPS in finanza?

In finanza, l’acronimo EPS significa “earnings per share”, cioè utile per azione. L’EPS è una misura di utile netto espressa in termini monetari, riferita alle singole azioni. Gli investitori usano l’EPS come indicatore per valutare se acquistare o meno un titolo azionario. Nel dettaglio, la metrica EPS rappresenta la quantità di denaro residua di un rendiconto, dopo che ogni spesa è stata detratta. L’utile netto, meno i dividendi privilegiati, è sinonimo di profitto di una società per quel periodo di rendicontazione.

Come si calcola l'EPS?

L’EPS si calcola sottraendo eventuali dividendi privilegiati dall’utile netto di una società, e dividendo il risultato per il numero medio di azioni sul mercato. La formula matematica per calcolare l’EPS è la seguente: guadagno netto – dividendi privilegiati / media del numero di azioni.

Ai fini del calcolo è consigliato usare la media ponderata del numero di azioni di una società, perché è soggetta a variazioni nel tempo. Stante l’utilità dell’EPS per valutare la redditività delle azioni, alcuni siti internet offrono una panoramica degli EPS già calcolati.

Come leggere l’EPS?

Nella lettura dell’EPS, i valori che si aggirano attorno a 8-9 sono ricercati dagli investitori, perché indicano i titoli sottovalutati dal mercato che potrebbero avere una buona crescita. Valori attorno a 13-15 sono considerati “normali”, se superiori a 13-15 indicano che un titolo è sopravvalutato.

In ogni caso, l’EPS dovrebbe sempre essere un valore superiore allo 0, perché indica che la società sta generando profitti. Un EPS negativo invece, inferiore allo 0, indica che la società è in perdita e che non è stata in grado di generare degli utili. Questa condizione, in genere, porta a un deprezzamento delle azioni. Il rapporto prezzo/utile è dato dividendo il prezzo aggiornato delle azioni per il loro EPS. Più il valore è basso, più l’azione potrebbe essere sottostimata e quindi più redditizia.

Quanto deve essere l'EPS?

Dal momento in cui non esiste un benchmark generale, l’EPS va interpretato. Un EPS elevato in genere indica che la società è in salute, che produce guadagno e che le sue azioni sono potenzialmente redditizie. Per ottenere risultati tangibili e fruttuosi dall’interpretazione dell’EPS, si dovrebbero condurre analisi a lungo termine, osservare l’andamento società nel tempo, le variazioni dell’EPS della medesima e di altre concorrenti. Il valore dell’EPS, comunque, deve essere sempre positivo (maggiore di 0).

Quando si parla di buon EPS?

Ciò che rende un EPS “buono” è determinato dalla sua variazione di anno in anno. Il valore assoluto dell’EPS dovrebbe aumentare nel tempo e il tasso di aumento dell’EPS dovrebbe di conseguenza incrementare. L’EPS può variare in base alle fluttuazioni degli utili, al numero di azioni in circolazione o in base ad entrambi. Conoscere il tasso EPS aiuta a fare scelte finanziarie consapevoli, a comprendere se si prospetta un buon investimento oppure no. La valutazione di un buon EPS dipende da diversi fattori, come le recenti performance della società, le performance delle società concorrenti e le aspettative degli investitori che seguono il titolo. Talvolta, la società potrebbe avere un EPS in aumento, ma il titolo potrebbe diminuire di prezzo se gli investitori si aspettano un numero più elevato.

Un società può incrementare il suo EPS aumentando i suoi guadagni o riducendo il suo numero di azioni tramite il riacquisto di azioni proprie, ma una società che aumenta il suo numero di azioni più velocemente dei suoi guadagni farà diminuire il suo EPS. Viceversa, un EPS in diminuzione potrebbe comportare un aumento dei prezzi se gli investitori si aspettano risultati negativi. Per questi motivi, l’EPS va sempre valutato in relazione al prezzo delle azioni di una società, monitorando l’andamento del P/E o il rendimento degli utili. In ogni caso, un buon EPS è sempre positivo, superiore allo 0, perché indica che la società ha prodotto un utile.

Cosa significa un EPS negativo?

Quando una società produce utili, l’EPS esprime sempre un valore positivo. Quando il valore è negativo, seppure tale condizione trova raro riscontro nella prassi, significa che la società è in perdita. Nel mercato finanziario gli EPS negativi si segnalano come “non applicabili”.

Cosa significa P/E Ratio?

L’acronimo P/E Ratio significa “price earnings ratio”, cioè rapporto tra prezzo e utile per azione. Esprime il rapporto fra gli utili di una società ed il prezzo delle azioni sul mercato. In sostanza, rappresenta il rapporto tra la capitalizzazione di borsa e gli utili dell’emittente, ovvero, quante volte l’utile è ricompreso nel prezzo delle azioni. La quotazione può essere confrontata con gli utili realmente conseguiti dalla società o con gli utili “attesi”: in quest’ultimo caso si parla di prezzo/utile anticipato. Nel calcolo del P/E Ratio si pone a numeratore la capitalizzazione, considerando gli utili della società come denominatore come risultano dal bilancio di chiusura.

In alternativa, per ottenere un risultato che rifletta il più recente andamento della società, si possono considerare a denominatore gli utili degli ultimi trimestri o gli utili “attesi”. Quando il P/E Ratio è elevato significa che gli investitori possono scommettere sulla redditività di una società. Se è basso può indicare un investimento poco remunerativo oppure, al contrario, un investimento sottovalutato.

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