Interesse composto: cos’è e come si calcola

Redazione di Forbes

Pubblicato: 21/10/2023, 09:00 am

Benedetta Giuliani
editor

Editing di

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Albert Einstein disse una volta: “L’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo. Chi è in grado di comprenderlo, lo guadagna. Chi non lo capisce, lo paga”.

Nell’articolo spieghiamo come calcolare l’interesse composto, cos’è e come funziona. Di seguito illustriamo anche la differenza tra interesse semplice e composto, per aiutarti a massimizzare i tuoi guadagni come investitore o risparmiatore e a ridurre il costo dei prestiti.

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Cos’è l’interesse composto

L’interesse composto (o a capitalizzazione composta) è accumulato secondo un processo che prevede il riconoscimento degli interessi maturati non solo sul capitale originario, ma anche in precedenza. Questo processo, basato sull’accumulo di interessi, consente di massimizzare i rendimenti nel tempo.

Si tratta di un meccanismo diverso da quello che caratterizza gli interessi “semplici”: in questo secondo caso, infatti, gli interessi maturati negli anni precedenti non vengono conteggiati ai fini del calcolo del loro ammontare complessivo, che si riferisce esclusivamente all’importo originario.

Interesse semplice e composto: che differenza c’è?

L’interesse semplice si ha quando gli interessi maturati o pagati rimangono invariati di anno in anno (se il tasso di interesse pagato o addebitato non subisce variazioni, mantenendo invariato il capitale).

L’interesse composto è calcolato sul totale lordo alla fine dell’anno, tenendo conto degli interessi maturati negli anni precedenti. In altre parole, il risparmiatore o l’investitore guadagna ulteriori interessi sugli interessi, perciò i suoi rendimenti risultano “composti”.

Illustriamo la differenza tra interesse semplice e interesse composto con un esempio. Se si dispone di 1.000€ da investire a un tasso d’interesse fisso del 10% all’anno, alla fine di ogni anno si avranno i seguenti valori:


Capitale iniziale: 1.000€ Interesse semplice al 10%/anno Interesse composto al 10%/anno
Anno

Interessi maturati Totale Interessi maturati Totale
1° anno

100€ 1.100€ 100€ 1.100€
2° anno

100€ 1.200€ 110€ 1.210€
3° anno

100€ 1.300€ 121€ 1.331€
4° anno

100€ 1.400€ 133€ 1.464€
5° anno

100€ 1.500€ 146€ 1.611€
6° anno

100€ 1.600€ 161€ 1.772€
7° anno

100€ 1.700€ 177€ 1.949€
8° anno

100€ 1.800€ 195€ 2.144€
9° anno

100€ 1.900€ 214€ 2.358€
10° anno

100€ 2.000€ 236€ 2.594€
Simulazione interesse composto e semplice

Come mostra la tabella, nel caso degli interessi semplici si ricevono 100€ di interessi all’anno (1.000€ x 10% = 100€ all’anno).

Per gli interessi composti, l’interesse è corrisposto sulla base del totale registrato alla fine dell’anno precedente, che comprende gli interessi pagati negli anni precedenti. Ad esempio, gli interessi del secondo anno sono pari al 10% di 1.100€ e non di 1.000€, come nel caso degli interessi semplici.

Alla fine dei 10 anni, il totale è di 2.000€ per il conto a interessi semplici contro i 2.594€ del conto a interessi composti.

Calcolo dell’interesse composto

Nel calcolo dell’interesse composto occorre considerare una serie di variabili in grado di produrre differenze significative.

  • Capitale: la somma di denaro investita o presa in prestito, sulla base della quale si calcolano gli interessi. Il capitale può aumentare o diminuire per effetto di eventuali versamenti o prelievi.
  • Tasso d’interesse (o rendimento): quanto più elevato è il tasso d’interesse (o rendimento), tanto maggiore sarà la somma ricevuta o pagata. Il tasso di interesse fisso rimane invariato per una durata prestabilita, mentre il tasso di interesse variabile è soggetto a variazioni.
  • Durata: la durata dell’investimento o del prestito, che può essere fissa o variabile. Più lungo è il periodo di tempo in questione, maggiori saranno gli interessi composti maturati.
  • Frequenza della capitalizzazione: gli interessi possono essere maturati giornalmente, mensilmente o annualmente. Quanto più frequente è la capitalizzazione, tanto più rapidamente crescerà il loro ammontare totale.

È inoltre utile comprendere la differenza tra TAEG, AER e APY:

  • Tasso annuo effettivo globale (TAEG): è il tasso annuo di interesse dovuto su mutui, prestiti, carte di credito e altri prestiti a interesse semplice. Include eventuali spese anticipate oltre agli interessi, ripartite in base alla durata del prestito.
  • Tasso annuo equivalente (Annual Equivalent Rate, AER): l’interesse o il rendimento guadagnato su un investimento, calcolato in base alla frequenza con cui viene pagato l’interesse semplice.
  • Tasso annuo effettivo globale (Annual Percentage Yield, APY): l’interesse o il rendimento derivante dagli investimenti a capitalizzazione composta. Rispetto all’AER è più utile per calcolare i rendimenti, a patto che non si intenda effettuare prelievi.

Nel caso dei prestiti, occorre tenere presente che si finirà per pagare un tasso d’interesse effettivo superiore al TAEG se gli interessi vengono applicati secondo un regime di capitalizzazione composta e se non si è in grado di effettuare pagamenti anticipati per evitare di accumularli.

Interesse composto: dove investire?

L’ideale sarebbe pagare interessi semplici sui prestiti e ricevere interessi composti sugli investimenti, ma non è sempre possibile.

  • Investimenti: la maggior parte degli investimenti, compresi i conti deposito e le azioni, permettono di maturare interessi o rendimenti composti. Fanno eccezione le obbligazioni e i BTP, che pagano interessi semplici, noti come tassi cedolari.
  • Prestiti: ai prestiti personali, ai prestiti auto e ai prestiti veloci si applica di solito il tasso d’interesse semplice. In genere le carte di credito utilizzano l’interesse composto, pertanto il debito può crescere rapidamente in caso non venga rimborsato in breve tempo.

I mutui meritano un discorso a parte perché possono utilizzare l’interesse semplice o composto:

  • I mutui tradizionali utilizzano l’interesse composto, ma le rate mensili e gli eventuali versamenti anticipati riducono il saldo residuo o il capitale e, di conseguenza, gli interessi da pagare.
  • I mutui per soli interessi sono basati sull’interesse semplice, che viene addebitato mensilmente e calcolato in base all’importo preso in prestito (il capitale si rimborsa in un’unica soluzione alla fine della durata del mutuo).

Interesse composto: investimenti e debiti

Per assicurarsi di non sostenere spese eccessive per un prestito, è necessario adottare alcuni accorgimenti:

  • Scegli prestiti a interesse semplice. Con un prestito a interesse semplice dovrai sostenere un costo inferiore rispetto a quello di un prestito a interesse composto. Ad esempio, i prestiti personali prevedono l’applicazione di interessi semplici, mentre le carte di credito utilizzano interessi composti.
  • Scegli prestiti con tassi d’interesse ridotti. In media, il tasso d’interesse delle carte di credito è di gran lunga superiore a quello applicato ai prestiti personali.
  • Scegli prestiti flessibili. Sebbene chi eroga prestiti personali sia obbligato per legge a consentire il rimborso anticipato, al pagamento può essere applicata una commissione pari a uno o due mesi di interessi. Alcuni prestiti consentono di effettuare pagamenti anticipati senza penali, riducendo quindi il costo complessivo degli interessi.
  • Rimborsa i debiti più costosi. Ripaga prima i debiti più onerosi (quelli con i tassi composti più elevati), ad esempio è preferibile rimborsare il debito generato attraverso la carta di credito prima di quello contratto con un prestito personale.

Sfrutta, inoltre, i rendimenti composti per accrescere il valore dei tuoi investimenti:

  • Massimizza la durata dell’investimento. Più lunga è la durata dell’investimento, più elevati saranno i guadagni, poiché la capitalizzazione composta avrà un impatto maggiore. Ad esempio, 10.000€ con un rendimento annuo composto dell’8% varranno quasi 22.000€ dopo 10 anni, quasi 47.000€ dopo 20 e oltre 100.000€ dopo 30 anni.
  • Reinvesti i dividendi o redditi. Nel caso di un conto deposito, non ritirando gli interessi si può beneficiare dell’interesse composto per l’anno successivo. Per quanto riguarda le azioni, si può scegliere di reinvestire automaticamente i dividendi acquistando altre azioni, anziché ricevere i dividendi in contanti. Quanto ai fondi, investi in soluzioni “ad accumulazione” piuttosto che “a reddito”, in modo da utilizzare i rendimenti ottenuti per acquistare ulteriori quote del fondo.

Interesse composto e commissioni sul trading

Occorre inoltre considerare l’impatto della capitalizzazione sulle commissioni, che può erodere in modo significativo il valore del tuo portafoglio d’investimento.

Prendiamo tre esempi basati sulle commissioni effettivamente applicate dalle principali piattaforme di trading, utilizzando le stesse ipotesi in ogni caso:

  • La prima piattaforma applica una commissione annua dello 0,45% basata sul valore del tuo portafoglio (che dovrebbe crescere nel tempo). Mettiamo che tu investa 30.000€ per 20 anni con un rendimento annuo dell’8%. Alla fine di questo periodo, il tuo portafoglio avrà un valore di 128.000€.
  • La seconda piattaforma applica una commissione annua dello 0,25%, il che significa che dopo 20 anni il valore del portafoglio salirà a 133.000€.
  • La terza piattaforma addebita una commissione fissa di 120€ all’anno (ipotizzando che non vi siano aumenti nel tempo): in questo caso, il tuo portafoglio raggiungerà il valore di 134.000€ alla fine dei 20 anni.

Come abbiamo potuto osservare, le differenze in termini di commissioni incidono in modo sostanziale sul valore del portafoglio nel tempo, sia per la capitalizzazione dei rendimenti che per le commissioni applicate.

Scegli la piattaforma di trading più adatta alle tue esigenze: le commissioni applicate dai broker possono variare in modo significativo.

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