Cos’è la politica monetaria: come le banche centrali regolano l’economia

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Pubblicato: 24/01/2024, 10:49 am

Giulia Adonopoulos
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La politica monetaria è il fondamento della politica economica di tutte le nazioni. Le decisioni di politica monetaria riguardano tutti, dai lavoratori part-time alle grandi istituzioni finanziarie, sia nazionali che estere. Ecco come la gestione dell’offerta di denaro, che è il cuore della politica monetaria, influisce sull’economia e su tutti coloro che vi partecipano.

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Cos'è la politica monetaria?

Le banche centrali utilizzano la politica monetaria per gestire l’offerta di denaro nell’economia di un paese. Con la politica monetaria, una banca centrale aumenta o diminuisce la quantità di moneta e di credito in circolazione, nel tentativo continuo di mantenere sotto controllo l’inflazione, sostenendo allo stesso tempo la crescita economica e l’occupazione.

In Europa, la politica monetaria dei 20 paesi membri dell’UE che usano l’euro come loro moneta è compito non più delle singole banche centrali di ciascun paese ma della BCE. La Banca centrale europea, con sede a Francoforte, fissa i tassi d’interesse per tutti i paesi della zona euro dal 1999. Oggi è guidata da Christine Lagarde; l’italiano Mario Draghi ne è stato presidente dal 2011 al 2019.

Sul sito dell’Unione europea si legge che la BCE “gestisce l’euro e definisce e attua la politica economica e monetaria dell’UE. Il suo compito principale è mantenere la stabilità dei prezzi, favorendo in tal modo la crescita e l’occupazione”.

Lo strumento principale che la BCE ha a disposizione è la decisione sui tassi d’interesse ai quali presta denaro alle banche commerciali di tutti i paesi dell’eurozona. In questo modo la BCE controlla quanto denaro circola nell’area euro, la cosiddetta offerta di moneta, che è correlata all’inflazione.

A differenza, per esempio, della Federal Reserve (Fed), la banca centrale statunitense, la BCE non è la banca centrale di un solo paese. Sempre a differenza della Fed, la BCE non ha tra i propri mandati quello di favorire la crescita economica, che invece è espressamente affidato alla Fed dal Congresso USA insieme a quello che le due banche condividono di mantenere la stabilità dei prezzi.

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Strumenti di politica monetaria

Tasso ufficiale di riferimento. Il tasso di interesse principale fissato dal Consiglio direttivo della Bce durante le sue riunioni annuali; altre banche centrali seguono lo stesso modello di riunioni periodiche durante l’anno, al termine delle quali viene annunciato se il tasso cala o sale e di quanto, o se resta invariato.

Si tratta del tasso al quale la BCE presta denaro alle banche della zona euro. La Banca d’Italia lo definisce il tasso che “segnala, in condizioni normali, l’orientamento di politica monetaria.” In base a questo tasso, le banche commerciali decidono a quale interesse presteranno denaro ai loro clienti. Esso determina anche il tasso interbancario, al quale le banche si prestano denaro a vicenda.

Operazioni di mercato aperto. Tramite di esse la BCE, similmente ad altre banche centrali, controlla la liquidità nel sistema bancario. In genere si tratta di operazioni a una settimana o a tre mesi che immettono liquidità nel cosiddetto Eurosistema. In condizioni di emergenza, come durante la pandemia da Covid-19, la BCE ha effettuato operazioni di mercato aperto di ampiezza ben maggiore con l’obiettivo di garantire la stabilità del sistema bancario.

Requisiti di riserva. La BCE definisce e controlla le riserve obbligatorie, ovvero la quantità di fondi che le banche devono avere a disposizione in qualsiasi momento per rispettare le normative bancarie. Non si tratta soltanto dei proverbiali mucchi di denaro contenuti nei caveau delle banche. La BCE spiega infatti che “le banche dell’area dell’euro devono detenere un certo ammontare di fondi nei loro conti correnti presso le rispettive banche centrali nazionali a titolo di riserve obbligatorie minime”. Tale ammontare è in genere pari all’1% dei depositi della clientela e dei titoli di debito che scadono a tempi brevi, di solito fino a due anni.

Quantitative easing (QE). Con il QE, una banca centrale come la BCE utilizza le sue enormi riserve di liquidità per acquistare titoli finanziari su larga scala, come titoli di Stato di vari paesi membri e altre obbligazioni e titoli. Questo può sembrare simile alle operazioni di mercato aperto, ma il QE o “allentamento quantitativo” spesso avviene su scala molto più ampia e in circostanze più difficili, comporta l’acquisto di più titoli di Stato a breve termine e generalmente avviene quando i tassi di interesse sono già allo 0% o quasi, quando cioè la banca centrale ha già utilizzato fin quasi al limite la sua arma principale.

Nell’eurozona questo ha preso la forma del cosiddetto Asset Purchase Program o APP, un “programma di acquisto di attività” con il quale la Bce e le singole banche centrali nazionali hanno acquistato, a partire dalla crisi economica del 2008 e fino al 2022, buoni del Tesoro, obbligazioni emesse da aziende e altri titoli. In sostanza l’acquisto in massa di questi titoli ne fa aumentare il prezzo, creando liquidità che viene immessa nel sistema bancario per stimolare l’economia.

Tuttavia, le banche centrali devono fare attenzione con il QE, perché l’acquisto continuo di asset su larga scala può portare a condizioni economiche che i responsabili della politica monetaria non desiderano, come l’aumento dell’inflazione e le bolle speculative.

Annunci. Quando attua la politica monetaria, una banca centrale annuncia ai mercati finanziari e al pubblico in generale le sue prospettive generali sull’economia e le misure che sta adottando. Di per sé, questi annunci possono influenzare il mercato e l’economia nel senso auspicato dalla banca centrale.

Politica monetaria espansiva e politica monetaria restrittiva

A seconda delle circostanze economiche, la politica monetaria può essere classificata in due modi: politica monetaria espansiva o politica monetaria restrittiva.

Politica monetaria espansiva

La politica espansiva aumenta l’offerta di denaro e credito per generare crescita economica. Una banca centrale può adottare una politica monetaria espansiva per ridurre la disoccupazione e stimolare la crescita in periodi di crisi economica.

Di solito lo fa abbassando il tasso di riferimento. A sua volta, questo può far abbassare altri tassi di interesse, come quelli che le banche utilizzano quando prestano denaro ai consumatori, contribuendo a stimolare la spesa dei consumatori attraverso l’aumento del credito e dei prestiti in tutta l’economia nazionale.

Per fare l’esempio degli USA, quando una crisi del sistema bancario statunitense ha portato alla Grande Recessione del 2007-2008, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse fino a portarli quasi a zero per far ripartire l’economia statunitense. Recentemente ha fatto la stessa cosa per far uscire il paese dalla recessione provocata dalla pandemia nel 2020. La BCE e molte altre banche centrali si sono comportate similmente in risposta a eventi simili.

Politica monetaria restrittiva

La politica monetaria restrittiva diminuisce l’offerta di moneta in una nazione, o nel caso dell’eurozona più nazioni, per frenare l’inflazione. La banca centrale mette in atto questa politica aumentando i tassi di interesse e cercando così di ridurre la quantità di denaro e la crescita dei prezzi.

Un caso da manuale è quello dell’inizio degli anni ’80, ad esempio, quando il tasso di inflazione degli Stati Uniti era a quasi il 15%. In risposta la Fed alzò aggressivamente i tassi di interesse fino a quasi il 20%. Se da un lato questa mossa portò a una recessione, dall’altro riportò l’inflazione a circa il 3%, contribuendo a creare le premesse per una solida crescita dell’economia USA nel resto del decennio.

Differenza tra politica fiscale e politica monetaria

Quando si tratta di regolare l’economia, un paese ha due leve principali da azionare: la politica monetaria e la politica fiscale.

Sebbene possano sembrare simili sono molto diverse, e vengono attuate da autorità diverse. Nell’eurozona la politica monetaria è controllata dalla BCE mentre la politica fiscale – in sostanza decidere cosa tassare e quanto – è competenza di ogni singolo governo nazionale.

Domande frequenti

Cosa si intende per politica monetaria?

Per politica monetaria si intendono le decisioni prese dalle banche centrali per gestire le fluttuazioni economiche e raggiungere la stabilità dei prezzi, con l’obiettivo di mantenere l’inflazione su livelli target e regolare la disoccupazione. Lo fanno aggiustando l’offerta di moneta circolante, attraverso operazioni di mercato aperto e modificando i tassi di interesse.

Su cosa incide la politica monetaria?

Le decisioni di politica monetaria delle banche centrali possono avere un impatto sull’andamento dei mercati finanziari (azioni, obbligazioni, mercato dei cambi) e influenzare i mutui, i tassi di interesse sui prestiti, l’inflazione e l’occupazione.

Cos’è la BCE e quali sono le sue funzioni?

La BCE è la Banca centrale europea, guidata dalla presidente Christine Lagarde, che rappresenta la banca nelle riunioni ad alto livello dell’UE e internazionali.

Il ruolo della BCE è quello di gestire l’euro e definire e attuare la politica economica e monetaria dell’Unione europea, con l’obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi. Svolge una serie funzioni, che vanno dal fissare i tassi di interesse ai quali concede prestiti alle banche commerciali dell’eurozona, all’autorizzazione dell’emissione di euro in banconote da parte dei paesi dell’eurozona; si accerta, inoltre, del corretto funzionamento dei sistemi di pagamento e gestisce le riserve di valuta estera dell’eurozona e l’acquisto o la vendita di valute per mantenere in equilibrio i tassi di cambio. Per conoscere nel dettaglio tutti i compiti della BCE, puoi leggere qui.

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