BTP 2067: cosa sono, come funzionano e rendimento

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Aggiornato: 10/11/2023, 01:03 pm

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Il BTP 2067 è un titolo obbligazionario con scadenza cinquantennale con rendimento lordo a tasso fisso del 2,80% e cedola semestrale emesso e collocato dallo Tesoro italiano a ottobre 2016. Ribattezzato “BTP Matusalemme” per la sua lunghissima scadenza, il BTP 2067 è stato il primo BTP italiano a 50 anni e scadrà il 1° marzo 2067.

Se cerchi informazioni più dettagliate sul BTP 2067 per sapere come funziona e se vale la pena investire, sei nel posto giusto. In questa guida approfondiremo cosa sono i BTP 2067 e come funzionano, soffermandoci su rendimento, quotazione e fattori da valutare se si decide di comprarli.

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BTP 2067: cosa sono

I BTP, acronimo di Buoni del Tesoro Poliennali, sono le obbligazioni più popolari in Italia. Si tratta di titoli di Stato a medio-lungo termine (vengono emessi con scadenze che variano da 18 mesi a 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni) caratterizzati da cedole fisse semestrali. Ciò significa che è previsto il pagamento di un interesse che verrà versato periodicamente per tutta la durata di vita del titolo. I BTP sono particolarmente apprezzati dagli investitori che cercano pagamenti costanti e desiderano programmare flussi di cassa regolari durante l’anno.

È possibile comprare BTP al momento dell’emissione o in un secondo momento sul mercato secondario regolamentato (MOT), dove sono consentite operazioni dal taglio minimo di 1.000 euro nominali. Le sottoscrizioni possono quindi avvenire per tale importo o per multipli di 1.000.

Per saperne di più leggi: BTP Italia: cos’è, come funziona, rendimenti, pro e contro

Il BTP 2067 (codice ISIN IT0005217390) è stato il primo BTP con scadenza a 50 anni della storia italiana. È stato emesso nell’autunno 2016 al prezzo di 99,194 e offre un interesse annuo lordo del 2,80% pagabile in due tranche, a marzo e a settembre di ogni anno di durata del prestito. La prima cedola è stata posta in pagamento il 1° marzo 2017, l’ultima sarà pagabile il 1° marzo 2067.

All’epoca del collocamento il titolo obbligazionario ha fatto gola a tantissimi investitori, generando una richiesta di quasi 19 miliardi di euro a fronte di un’offerta di soli 5 miliardi.

Come funziona il BTP 2067


Come funzionano i Btp 2067
Codice Isin IT0005217390
Denominazione Btp Tf 2,8% Mz67 Eur
Emittente Ministero dell’Economia e delle Finanze
Tipologia Titoli di stato italiani
Lotto minimo 1.000
Valuta di Negoziazione/Liquidazione EUR/EUR
Data inizio negoziazione 7 ottobre 2016
Data stacco prima cedola 1 marzo 2017
Scadenza 1 marzo 2067

Investire in BTP significa prestare soldi allo Stato italiano attraverso un titolo a tasso fisso che paga un interesse periodico sotto forma di cedola ogni 6 mesi e rimborsa il capitale alla scadenza. In parole semplici, i BTP vengono sottoscritti a un prezzo, supponiamo di 100, e alla scadenza vengono rimborsati a 100, sempre alla pari. Il guadagno è dato dal tasso fisso che viene pagato con le cedole due volte all’anno.

Chi ha sottoscritto BTP 2067 riceve le cedole pattuite il 1° marzo e il 1° settembre di ogni anno. Alla data di scadenza del titolo, l’1 marzo 2067, lo Stato rimborserà il valore nominale del titolo a fine vita. Il BTP 2067 paga un interesse lordo annuo del 2,85%. Chi lo ha comprato otterrà, a scadenza, un guadagno netto pari al 3,20%. I BTP sono soggetti a una tassazione agevolata, pari al 12,5%, mentre i guadagni derivanti dalle azioni sono tassati al 26%.

A differenza degli altri titoli di Stato, i BTP 2067 hanno una durata estremamente lunga, e più lungo è il prestito, maggiore è la percentuale di interesse annua corrisposta.

Una cosa importante da tenere a mente è che questo tipo di prodotti obbligazionari è particolarmente sensibile all’andamento dell’inflazione e dei tassi d’interesse: se questi aumentano, impattano negativamente sul prezzo del BTP a lunga scadenza. Ecco perché conviene investire in BTP a lunghissimo termine quando ci si aspetta che i tassi restino stabili o scendano.

Leggi anche: Previsioni inflazione 2023

BTP 2067: rendimento e quotazione

Nel 2016, quando i BTP a 50 anni sono stati emessi, si veniva da una lunga fase di tassi e rendimenti negativi, e la cedola al 2,8% era in linea con i tassi di mercato. Man mano che le politiche monetarie sono diventate più espansive, il BTP è apparso un’opportunità di investimento allettante. A febbraio 2021 la quotazione del Btp 2067 è arrivata a 135 toccando il massimo storico, poi ha iniziato a seguire il trend in discesa delle obbligazioni mondiali, penalizzate dalla risalita rapida dell’inflazione. A ottobre 2023 ha toccato il minimo sotto i 60.

A novembre 2023 il BTP 2067 ha una quotazione di 64 circa, un rendimento effettivo lordo a scadenza è del 4,79% e un rendimento netto pari a 4,29%.

Il rendimento del BTP è dato da due elementi: la cedola, che è l’interesse calcolato sul valore nominale del titolo e che viene pagato ogni 6 mesi, e il prezzo d’acquisto. Se viene negoziato a un valore sotto 100, il BTP avrà un rendimento superiore alla cedola poiché al compenso ottenuto periodicamente bisogna aggiungere il guadagno in conto capitale derivante dalla differenza tra il valore nominale di rimborso (100) e il prezzo a cui è stato acquistato. Se compri un BTP con una quotazione sopra i 100, il rendimento sarà inferiore alla cedola pagata. Il valore cedolare è fisso, mentre il rendimento è variabile e cambia in base all’andamento del prezzo, che varia a seconda della propensione degli investitori verso questi titoli. Decisivo, in questo senso, è lo spread BTP-Bund, che è la differenza tra il rendimento di un BTP a 10 anni e quello di un titolo tedesco (Bund) con la stessa scadenza. Più è alto il rendimento di un titolo, maggiore è il rischio che si assume, più è alto lo spread. Uno spread alto significa che il BTP deve rendere molto per convincere gli investitori ad acquistarlo. Dovrà avere, quindi, o una cedola elevata o un prezzo basso.

I rischi di investire in BTP

Investire in BTP espone a due tipi di rischio. Il primo è il rischio di credito, o il rischio emittente, ossia la possibilità che l’Italia vada in default o disconosca in parte il taglio nominale sui titoli in circolazione. L’eventualità che il Tesoro risulti inadempiente nel pagamento delle cedole o nel rimborso del capitale è considerato comunque un rischio inferiore rispetto all’alta oscillazione di prezzo cui sono soggetti i BTP a lunga scadenza.

Caratteristica, questa, che rende i Buoni del Tesoro meno stabili e più volatili come i BTP 2067 uno strumento di investimento più appetibile per i trader interessati a guadagnare nel breve termine puntando sulla volatilità dei prezzi. In questo caso è comunque meglio investire in BTP a lunga scadenza in periodi in cui i tassi sono fermi o si prospetta una potenziale discesa. Uno scenario di rialzo dei tassi, infatti, penalizza la quotazione dei titoli.

Leggi anche: Investimenti sicuri, quali scegliere

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