ETF vs fondi indicizzati: qual è la differenza?

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Pubblicato: 30/05/2023, 05:04 pm

Alberto Riva
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Cercare di battere la performance di un mercato è difficile. Molti investitori scelgono invece di seguire il mercato, grazie ai fondi a gestione passiva.

Nel lungo periodo, i veicoli di investimento passivo, come i fondi negoziati in borsa (ETF) e i fondi indicizzati, hanno sempre superato la performance della stragrande maggioranza dei fondi gestiti attivamente, il che li rende un’ottima scelta per la maggior parte degli investitori. Ma qual è la differenza tra i due?

ETF e fondi indicizzati: somiglianze

Tutti i fondi indicizzati e la maggior parte degli ETF utilizzano la stessa strategia: l’investimento passivo su indici. Questo approccio cerca di replicare passivamente la performance di un indice sottostante. Inoltre, è un modo di diversificare i propri investimenti con facilità e di ottenere rendimenti sostenibili nel lungo termine.

Diversificazione

I fondi indicizzati e gli ETF rappresentano un modo semplice per diversificare il tuo portafoglio. Entrambi offrono esposizione a centinaia o addirittura migliaia di titoli, a seconda dell’indice che emulano. In questo modo è possibile ridurre notevolmente la probabilità che il tuo portafoglio venga influenzato negativamente dalle oscillazioni del mercato.

I prezzi dei singoli titoli possono subire oscillazioni improvvise di giorno in giorno, ma gli indici di borsa si muovono molto meno bruscamente. Per esempio l’S&P 500 a Wall Street perde o guadagna in media meno dell’1% al giorno. Investire in un fondo indicizzato o in un ETF che segue l’S&P 500 o un altro indice come l’FTSE Mib italiano non ti protegge dalle perdite, ma riduce i rischi e la volatilità legate ai singoli titoli.

Guadagni sostenibili nel lungo termine

Gli ETF e i fondi indicizzati a gestione passiva e ad ampio spettro hanno un andamento migliore, nel lungo periodo, rispetto ai fondi comuni gestiti attivamente.

Un gestore attivo può ottenere risultati impressionanti in brevi periodi di tempo scegliendo singoli titoli, ma è estremamente raro che riesca a battere il mercato nel corso di decenni. Infatti, negli ultimi 15 anni, oltre l’87% dei fondi a gestione attiva ha sottoperformato i propri benchmark, secondo S&P Global.

Cosa significa questo per il tuo investimento in un fondo indicizzato o in un ETF? Nel lungo periodo, l’indice S&P 500 ha registrato un rendimento medio annuo di circa il 10%. Non è possibile ottenere questo rendimento ogni anno; in alcuni anni sarà più alto, in altri più basso, ma in media è sufficiente per raddoppiare il proprio investimento ogni 7,2 anni circa.

Commissioni ridotte

I fondi indicizzati e gli ETF indicizzati hanno generalmente dei total expense ratio (il rapporto tra le spese di gestione e il capitale del fondo) molto più bassi rispetto ai fondi gestiti attivamente. Secondo un’indagine sul mercato USA dell’Investment Company Institute, i TER dei fondi comuni di investimento azionari a gestione attiva possono essere fino a dieci volte più alti   rispetto ai fondi azionari indicizzati e agli ETF azionari indicizzati.

  • I fondi comuni di investimento azionari a gestione attiva hanno applicato una media di circa lo 0,74%.
  • I fondi indicizzati azionari hanno applicato un TWE medio dello 0,07%.
  • Gli ETF azionari indicizzati hanno un TER medio dello 0,18%. (Tuttavia, non è raro vedere ETF indicizzati con rapporti molto più bassi)

Anche se possono sembrare insignificanti, i rapporti di spesa possono davvero intaccare i  rendimenti totali nel tempo. Supponendo di investire 6.000 euro all’anno per 30 anni e di ottenere un rendimento medio annuo del 6%, investire in un fondo comune d’investimento indicizzato medio ti farebbe risparmiare quasi 60.000 euro rispetto al costo di un fondo comune di investimento gestito attivamente.

L’investimento indicizzato e passivo riduce i costi complessivi e lascia una quota maggiore del tuo denaro nel tuo portafoglio.

ETF e fondi indicizzati: differenze

Una delle differenze più significative tra un fondo indicizzato e un ETF è la modalità di negoziazione. Le quote degli ETF sono scambiate come le azioni: vengono acquistate e vendute quando i mercati sono aperti. Le quote di un fondo indicizzato invece si possono ordinare quando si vuole, ma l’acquisto effettivo avviene solo una volta al giorno, dopo la chiusura dei mercati. Questo significa che il prezzo di un ETF fluttua durante tutta la giornata di scambi, mentre il prezzo di un fondo indicizzato cambia solo una volta al giorno.

Commissioni di negoziazione

Sebbene sia i fondi indicizzati che gli ETF applichino un total expense ratio basso, le commissioni aggiuntive sono spesso un’altra storia.

La maggior parte dei broker ha eliminato quasi del tutto le commissioni di negoziazione sulla compravendita di azioni, e molti non applicano commissioni nemmeno per quanto riguarda gli ETF. Le commissioni pagate a un broker per i fondi indicizzati possono invece essere molto costose. Detto questo, i broker online offrono generalmente una selezione di fondi senza commissioni. Non è comunque detto che i fondi che vuoi acquistare siano esenti da commissioni.

Ci sono poi le commissioni di sottoscrizione o load fees, che possono essere addebitate per l’acquisto e/o per la vendita di quote del fondo. Queste commissioni possono essere una percentuale dell’acquisto totale o un ammontare fisso. Gli ETF non prevedono commissioni di sottoscrizione.

Quindi, un determinato ETF può avere un total expense ratio annuale più alto rispetto a un fondo indicizzato, ma devi tenere conto delle commissioni che possono essere applicate da un fondo indicizzato comparabile.

Investimento minimo

Molti fondi indicizzati hanno requisiti minimi di investimento, a volte dell’ordine di migliaia di euro. Gli ETF non hanno requisiti minimi di acquisto. Leggi anche: Come comprare ETF.

Azioni frazionate

Alcuni ETF possono essere acquistati sotto forma non di quote intere del fondo ma di frazioni di una quota. I fondi indicizzati, invece, sono sempre stati disponibili in quote frazionate.

Quando acquisti un fondo indicizzato, i gestori convertono il valore in euro del tuo investimento nel numero corrispondente di quote in base al valore del patrimonio netto (net asset value o NAV) del giorno dell’acquisto. Questo potrebbe risultare nell’acquisto di una frazione di quota o di una o più quote.

Le quote frazionarie possono aiutarti a entrare nel mercato prima, perché ti permettono di acquistare parti di quote intere di fondi invece di acquistare quote intere e più costose. Questo ti permette anche di sfruttare meglio il piano di accumulo del capitale, grazie al quale puoi pagare, nel tempo, un prezzo inferiore per ciascuna quota.

Implicazioni fiscali

Gli ETF sono generalmente più efficienti dal punto di vista fiscale rispetto ai fondi comuni di investimento. Quando vendi le quote di un fondo indicizzato o di un ETF, paghi le tasse sulle plusvalenze se hai realizzato un guadagno. Invece non le paghi quando le partecipazioni nel portafoglio dell’ETF vengono modificate dai gestori.

I fondi indicizzati, invece, devono acquistare e vendere attività per adeguare il loro portafoglio all’indice sottostante. Il costo delle imposte sulle plusvalenze derivanti da queste vendite viene prelevato dal NAV del portafoglio del fondo, il che influisce sul valore delle tue quote. Detto questo, le partecipazioni dei fondi indicizzati cambiano di rado, quindi questo potrebbe non essere un grosso problema.

Conviene investire in ETF o in fondi comuni?

In fin dei conti, la scelta tra ETF e fondi indicizzati è probabilmente meno importante del fatto che tu abbia deciso di investire per i tuoi obiettivi a lungo termine utilizzando uno strumento di investimento passivo. Sia che tu scelga un ETF o un fondo comune di investimento indicizzato, potrai beneficiare di commissioni più basse, della diversificazione e delle performance storicamente superiori degli investimenti basati su indici.

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