ETF cosa sono e come funzionano: la guida

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Aggiornato: 01/08/2023, 09:45 am

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Avrai sentito parlare degli ETF, ma cosa sono esattamente e come funzionano? Un ETF, acronimo di Exchange Traded Fund, è un fondo negoziato in borsa che può essere comprato e venduto sul mercato proprio come le azioni normali. Il suo obiettivo è quello di replicare il più fedelmente possibile l’andamento, e quindi il rendimento, di indici azionari, obbligazionari o di materie prime. In Italia il mercato su cui vengono scambiati gli ETF è l’ETFplus.

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Nati nei primi anni ’90 negli Stati Uniti come alternativa a basso costo ai fondi comuni di investimento, ed entrati a far parte dei titoli a disposizione degli italiani a partire dal 2002, gli ETF hanno riscosso da subito un certo successo tra gli investitori, che apprezzano questo prodotto finanziario per i tanti vantaggi che offre, come la possibilità di diversificare il portafoglio in modo conveniente, la semplicità di utilizzo e la liquidità infragiornaliera, caratteristica che differenzia gli ETF dai fondi comuni d’investimento.

Abbiamo spiegato a grandi linee cos’è un ETF. Vediamo come funziona, quali sono le sue caratteristiche e i rischi, come fare per investire e in che modo si guadagna con gli ETF. Di seguito trovi una guida completa a questo prodotto finanziario.

Cos’è un ETF? Come funziona?

Un ETF è un fondo di investimento scambiato in borsa e progettato per replicare fedelmente l’andamento di una determinata asset class o di un determinato indice azionario, cioè il raggruppamento di aziende quotate in base a una caratteristica comune. Per esempio, un ETF può seguire l’indice S&P 500, cioè l’indice di borsa USA che elenca le 500 aziende statunitensi con la maggiore capitalizzazione.

Ecco come funziona, in parole semplici: una società finanziaria acquista un paniere di prodotti (azioni, obbligazioni, valute o contratti future su materie prime) che compongono il fondo e vende quindi le azioni che seguono il valore del fondo. Il fondo di investimento viene gestito da un manager che investe i soldi raccolti nella compravendita di azioni guadagnando dall’ottenimento di dividendi o dalla rivendita della partecipazione quando il valore delle azioni si alza. Il profitto generato dalle attività di investimento del fondo viene poi ridistribuito ai soci azionisti nella misura in cui hanno investito nel fondo.

Si parla di strumenti a gestione passiva perché il gestore punta a replicare la performance di un mercato piuttosto che a batterla.

Quando acquisti titoli di un ETF, in realtà non finisci per possedere una parte degli asset, a differenza di quando si investe direttamente in azioni. Il gestore del fondo è proprietario degli asset e aggiusta il numero di titoli presenti nell’ETF per cercare di mantenere il loro prezzo in linea con il valore degli asset o dell’indice sottostanti.

Tipi di ETF

Esistono ETF basati su quasi tutti i tipi di titoli o asset disponibili sui mercati finanziari. Ad esempio, gli ETF azionari possono seguire le azioni di società di un determinato comparto; gli ETF obbligazionari possono investire in titoli di Stato a breve, media o lunga scadenza; gli ETF valutari investono in valute di un Paese o di un’intera regione geografica; gli ETF ibridi mischiano diverse tipologie di asset.

Gli ETF possono essere ultra-grandi e seguire un indice di mercato di ampia portata come l’S&P 500 o addirittura l’andamento dell’economia di un intero paese. Ma possono anche essere molto piccoli e di nicchia, specializzandosi su un ristretto gruppo di società in un unico settore.

Ecco alcuni tipi di ETF più comuni.

ETF indicizzati: sono finalizzati a seguire specifici indici di borsa. Uno dei più diffusi è lo SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY), che segue l’indice S&P 500. Scopri: I migliori ETF S&P 500.

ETF su mercati esteri/paesi: l’esposizione ai mercati esteri è resa semplice da questi ETF. Un esempio è l’iShares MSCI Japan ETF (EWJ), focalizzato sul mercato azionario giapponese.

ETF settoriali o industriali: questi ETF sono specializzati in un settore specifico, come quello farmaceutico, dei servizi pubblici o tecnologico. Ad esempio, il KranseShares MSCI All China Health Care Index ETF (KURE) si concentra sul settore sanitario cinese.

ETF obbligazionari: questi ETF tracciano diversi panieri di obbligazioni. L’iShares Core U.S. Aggregate Bond ETF (AGG) è uno degli ETF più grandi al mondo e offre un’esposizione a un’ampia gamma di obbligazioni investment-grade degli Stati Uniti.

ETF sulle materie prime: è l’ETF che consente di avere un’esposizione alle materie prime, come il petrolio, l’oro e altri metalli preziosi. L’iShares Commodities Select Strategy ETF (COMT) è un ETF a base ampia che comprende energia, metalli e agricoltura. Esistono altri ETF sulle commodity che si concentrano esclusivamente su un tipo di commodity o su un gruppo di commodity.

Leggi anche: Come investire in materie prime

ETF valutari: è possibile trovare ETF incentrati sulla performance di singole valute, come il dollaro statunitense o l’euro, rispetto a un paniere di altre valute. È anche possibile trovare ETF come il WisdomTree Emergency Currency Strategy Fund (CEW), che si concentra sulla rivalutazione delle valute dei mercati emergenti.

ETF sulle criptovalute: un ETF di criptovaluta tiene traccia del prezzo di uno o più token ed è costituito da numerose monete virtuali. Gli ETF sulle criptovalute sono in genere il caso d’uso esteso della tecnologia blockchain. Ad esempio, un ETF Bitcoin è un fondo che tiene traccia del prezzo della criptovaluta più importante e capitalizzata al mondo, e permette agli investitori di ottenere un’esposizione ai movimenti di prezzo del BTC senza dover possedere effettivamente la criptovaluta. Scopri i migliori ETF blockchain nel 2023.

ETF ESG: sono fondi declinati sugli investimenti responsabili, basati su indici che integrano società votate alle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance). Scopri qui i migliori ETF energie rinnovabili.

Esistono anche ETF che si concentrano sulle strategie di investimento, come la crescita dei dividendi, l’alfa o lo smart beta, piuttosto che limitarsi a replicare un indice di riferimento.

Infine, ci sono ETF che vendono allo scoperto il mercato e guadagnano quando le attività sottostanti perdono valore. Gli ETF con leva finanziaria consentono di raddoppiare o triplicare il guadagno (o la perdita) sulle attività o sull’indice sottostante.

I costi degli ETF

Quando si comprano azioni o altri titoli tramite ETF si paga una commissione di gestione annuale (TER) che assume la forma di un coefficiente di spesa pari a una percentuale del valore delle azioni dell’ETF su base annua. Le commissioni sono pagate in proporzione al periodo di detenzione dell’ETF e sono trattenute ogni giorno, per la quota parte di competenza, dal gestore del fondo.

La buona notizia è che in linea di massima i costi di commissione degli ETF sono molto bassi. Solitamente il TER varia da 0,15% dell’investito per gli ETF obbligazionari a circa lo 0,20% per gli azionari, fino allo 0,50% per gli ETF con strategie più complesse su indici meno liquidi come quelli delle materie prime o dei mercati emergenti.

Anche se meno comuni, esistono gli ETF a gestione attiva (vedi paragrafo sotto) che hanno costi più elevati rispetto agli ETF indicizzati che si limitano a replicare indici di mercato prestabiliti. È inoltre possibile che ti vengano addebitate commissioni di intermediazione per negoziare gli ETF, a seconda del broker che utilizzi per acquistare e vendere le azioni. Alcuni broker non applicano commissioni sul trading di ETF. Trade Republic, per esempio, piattaforma di trading disponibile sia in versione app che web-based, offre commissioni zero su ETF, azioni e criptovalute. È previsto il pagamento del TER ma questo è già incluso nel prezzo dell’ETF e non è addebitato separatamente.

Prima di decidere di acquistare un ETF, verifica quali sono le commissioni da pagare.

ETF vs fondi comuni di investimento: qual è la differenza?

Gli ETF e i fondi comuni di investimento condividono alcune caratteristiche, ma esistono importanti differenze tra questi due strumenti. Abbiamo visto cosa sono gli ETF, ossia fondi a negoziati in borsa come normali azioni, caratterizzati da una gestione passiva, costi bassi e dal fatto che replicano l’andamento di un indice di riferimento. Tramite gli ETF gli investitori possono esporsi in modo semplice a un’ampia gamma di asset class o di strategia senza avere diritti nelle società in cui investe.

I fondi comuni di investimento, anche chiamati OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono veicoli che investono in attività finanziarie come se fosse un unico patrimonio. Fanno sempre capo a una Società di Gestione del Risparmio (SGR) che decide come allocare il capitale. Quando si investe in un fondo comune di investimento, si possiede una quota delle azioni sottostanti, cosa che non accade con gli ETF.

Gli ETF sono acquistabili direttamente in borsa, non hanno un gestore ma replicano un indice. Ecco perché hanno costi più bassi rispetto ai fondi comuni che invece hanno gestori che scelgono come comporre e variare il portafoglio. Un’altra differenza tra ETF e fondi comuni è che i primi si possono comprare e vendere durante la giornata come normali azioni a un prezzo pari al valore dell’indice in quel preciso momento, mentre i fondi comuni sono valorizzati solo una volta al giorno alla fine della giornata di negoziazione.

Leggi anche: ETF vs fondi indicizzati, qual è la differenza

ETF a gestione passiva vs ETF a gestione attiva

Abbiamo detto prima che gli ETF sono fondi passivi, ma esistono anche ETF a gestione attiva. Vediamo come funzionano e qual è la differenza tra i due.

Piuttosto che cercare di tracciare o duplicare l’andamento di un indice sottostante in modo automatico, gli ETF a gestione attiva cercano di offrire performance migliori (o “battere il mercato”), prendendo decisioni di investimento attive.

I gestori degli ETF a gestione attiva selezionano i titoli che compongono il portafoglio ed effettuano frequenti operazioni per generare rendimenti superiori all’indice benchmark.

Un vantaggio degli ETF a gestione attiva è la loro capacità di rispondere ai mercati in rapida evoluzione. I gestori di portafoglio attivi cambiano le loro partecipazioni tutte le volte che è necessario, il che significa che possono aumentare o ridurre l’esposizione a determinati settori, titoli o asset class in base alle loro previsioni e strategie. Questo tipo di risposta agile può essere allettante per alcuni investitori. Tuttavia, come accennato prima, bisogna considerare che gli ETF a gestione attiva hanno costi potenzialmente più elevati rispetto agli ETF a gestione passiva.

Come investire in ETF?

Gli ETF sono negoziati nei loro mercati specifici (in Italia nell’ETFplus), e per acquistarli o venderli bisogna servirsi di un intermediario finanziario (una banca, un broker o una banca di investimenti).

Le negoziazioni degli ETF si svolgono dalle 9 alle 17.25 senza aste di apertura e di chiusura. I contratti vengono conclusi mediante l’abbinamento automatico delle proposte in acquisto e in vendita ordinate secondo criteri di priorità prezzo/tempo. Durante la negoziazione in continua possono essere immesse, tramite il proprio intermediario, proposte con limite o senza limite di prezzo, e possono essere specificate, tra le altre, le modalità “valida fino a cancellazione” e “valida fino alla data specificata”. Così come accade per le azioni, per garantire il regolare svolgimento delle negoziazioni degli ETF, viene fissato un limite massimo di oscillazione del prezzo delle proposte immesse sul mercato rispetto al prezzo di controllo. La liquidazione dei contratti viene realizzata presso Monte Titoli (la società di gestione accentrata, liquidazione e regolamento di Borsa Italiana – London Stock Exchange Group) il terzo giorno di mercato aperto successivo all’esecuzione dei contratti, che godono inoltre della garanzia di buon fine fornita dalla controparte centrale (Cassa di Compensazione e Garanzia). Il lotto minimo di negoziazione è di un’azione/quota e quindi, anche con importi minimi, è possibile acquistare gli strumenti quotati su ETFplus.

Per acquistare e vendere azioni di ETF è possibile utilizzare praticamente qualsiasi broker. È facile: basta conoscere il simbolo dell’ETF desiderato ed effettuare un ordine come se si trattasse di un’azione normale. Assicurati di scegliere un broker regolamentato, che offra una piattaforma di investimento con costi bassi, una vasta gamma di asset e un’interfaccia semplice e intuitiva. XTB, ad esempio, è un broker internazionale regolamentato dalle più importanti autorità di regolamentazione finanziaria, tra cui FCA, KNF, CySEC e FSC, e offre la possibilità di investire su oltre 350 ETF reali senza commissioni e su oltre 160 CFD su ETF.

Inoltre, per investire in ETF ci si può servire dei robo-advisor, in grado di mettere a punto un piano di investimento basato sugli obiettivi personali e sulla tolleranza al rischio del cliente.

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Come fa un ETF a replicare un indice

Prima di investire in ETF è importante sapere in che modo replica l’indice, se con il metodo a replica fisica o a replica sintetica.

Un ETF a replica fisica acquista e detiene direttamente le azioni e gli strumenti finanziari includi nell’indice benchmark, in proporzione ai pesi che essi hanno nell’indice, in modo che la performance dell’indice sia sempre allineata a quella dell’indice di riferimento. Ad esempio, se un’azione costituisce il 3% di quell’indice, l’ETF a replica fisica possederà la stessa quota. Se le azioni pagano dividendi, l’ETF li distribuirà agli investitori. Nota bene: l’ETF a replica fisica cerca di minimizzare le differenze di performance con l’indice sottostante, ma non è sempre detto che replicherà perfettamente il suo andamento a causa di fattori come i costi di gestione, le differenze di liquidità e altro. Esempi di indici a replica fisica sono FTSE 100, Eurostoxx 50 e Dow Jones 30.

L’ETF a replica sintetica replica l’andamento del benchmark attraverso una strategia di investimento che prevede l’utilizzo del denaro derivante dalle sottoscrizioni per l’acquisto di un paniere di titoli. Non acquista gli strumenti finanziari, ma stipula contratti swap con una controparte, una banca o un intermediario finanziario, che si impegna a consegnare il rendimento dell’indice in cambio del pagamento di una commissione e i rendimenti di un portafoglio collaterale che può essere composto anche da titoli diversi da quelli contenuti nell’indice da replicare. Con la replica sintetica, in sostanza, l’investitore non compra le azioni che sono all’interno dell’indice dell’azionario globale, ma ottiene il rendimento dell’azionario globale da una controparte finanziaria attraverso un contratto swap.

Gli ETF sintetici sono consigliati a chi vuole accedere a mercati difficilmente raggiungibili, come ad esempio l’obbligazionario di paesi emergenti, o dove gli ETF esistenti sono molto costosi. Gli investitori principianti dovrebbero preferire gli ETF a replica fisica, più sicuri e semplici da comprendere.

Come si guadagna con gli ETF

In base a come gli ETF gestiscono e distribuiscono i redditi generati, distinguiamo ETF a distribuzione, ETF ad accumulazione ed ETF da dividendo. Ecco come funzionano e che differenza c’è.

ETF a distribuzione: gli investitori ricevono periodicamente un pagamento in denaro derivante dai guadagni generati dagli strumenti finanziari detenuti dall’ETF. Le distribuzioni degli utili, che possono provenire da interessi, dividendi o altri redditi, avvengono solitamente ogni 3, 6 o 12 mesi.
ETF ad accumulazione: sono gli ETF che reinvestono gli utili nel portafoglio, acquistando ulteriori azioni o strumenti finanziari per aumentare l’esposizione al fondo e il suo valore complessivo.
ETF da dividendo: sono ETF progettati per investire in azioni che pagano dividendi. Alcuni ETF distribuiscono i dividendi direttamente agli investitori su base periodica, ad esempio con cadenza trimestrale o annuale. Altri, invece, possono reinvestirli in modo da aumentare il valore dell’investimento complessivo nel tempo.

Una strategia per aumentare i rendimenti utilizzata da investitori professionali è la leva finanziaria, presente anche negli ETF.
Gli ETF con leva, o ETF leveraged, sono fondi negoziati in borsa che utilizzano strumenti derivati (futures, swap, opzioni) per amplificare i rendimenti giornalieri di un indice sottostante. Ad esempio, un ETF con leva 2x mira a generare un rendimento doppio rispetto a quello dell’indice, mentre un ETF con leva 3x a generare un rendimento triplo, e così via.
Supponiamo che un investitore acquisti azioni di un ETF con leva 3x per 100$. Se l’indice sottostante aumenta del 10% in un sola sessione, l’investitore guadagna il 30% (130$).
La leva finanziaria è molto rischiosa perché amplifica non solo i rendimenti ma anche i rischi: se l’indice diminuisce, l’ETF a leva subisce una perdita maggiore. Per questo non sono strumenti adatti a tutti gli investitori e per gli investimenti a lungo termine.

Vantaggi e svantaggi degli ETF

Il principale vantaggio degli ETF è la diversificazione, che è uno dei principi cardine di un buon investimento. Puntare a costruire un portafoglio diversificato con un’ampia varietà di beni e titoli consente di proteggere il proprio capitale: quando alcuni asset sono in perdita, infatti, altri dovrebbero essere più performanti. Tuttavia, prima di investire in ETF bisogna considerare anche i rischi e gli eventuali svantaggi. Ecco, quindi, un riepilogo dei pro e dei contro degli ETF.

Pro degli ETF

  • Investimenti a basso costo
  • Diversificazione immediata
  • Facili da comprare e vendere
  • Elevati livelli di trasparenza (il prezzo si aggiorna in tempo reale in funzione dell’andamento delle componenti dell’indice di riferimento, così l’investitore è costantemente a conoscenza della valorizzazione del proprio investimento in ETF)
  • Esposizione ad asset class alternative

Contro degli ETF

  • Alcuni ETF possono avere una minore liquidità, diventando più difficilmente vendibili
  • Gli ETF possono chiudere, costringendoti a vendere un investimento prima del previsto
  • Alcuni ETF hanno un tracking error: i prezzi delle azioni possono discostarsi eccessivamente dai prezzi delle asset class o degli indici sottostanti
  • Sebbene tu possa scambiarli nel corso della giornata, alcune operazioni potrebbero richiedere tempi più lunghi per essere regolate

Conclusioni

L’ETF è uno strumento valido, non molto costoso, e un prodotto finanziario differenziato al suo interno tale da bilanciare i rischi dell’investimento. Ma replica un indice di mercato, quindi se il mercato va male, ciò si ripercuote negativamente sull’andamento dell’indice, e di conseguenza, sull’ETF.

Prima di comprare un ETF è bene valutare la sua performance negli ultimi anni a confronto con l’indice di riferimento e il costo di gestione.

Assicurati, poi, che la costruzione del tuo portafoglio di ETF utilizzi i principi della diversificazione e dell’asset allocation per raggiungere i tuoi obiettivi. Un’altra caratteristica da tenere presente è la dimensione degli ETF. Bisognerebbe evitare quelli molto piccoli poiché sono meno liquidi e ciò si traduce in costi di spread bid/ask, cioè di differenza tra acquisto e vendita, più alti per l’investitore. Quando l’ETF è molto grande e molto liquido lo spread è quasi impercettibile.

Infine, quando si investe in alcuni tipi di ETF, come quelli sulle materie prime, è importante essere consapevoli di una situazione chiamata contango. Le azioni sottostanti detenute dagli ETF sulle materie prime sono contratti futures e, in alcuni casi, i contratti in scadenza a breve termine sono meno costosi dei futures del mese anteriore. Quando i futures detenuti dal fondo hanno un rollover (trasferimento di liquidità dal contratto corrente più scambiato al contratto del mese successivo. Avviene intorno alla data di scadenza), possono verificarsi situazioni in cui l’ETF subisce perdite forti e improvvise.

Domande frequenti

Cosa sono gli ETF in parole semplici?

Gli ETF (Exchange Traded Fund) sono fondi di investimento quotati sui mercati che replicano l’andamento di un indice (ad esempio Ftse MIB, S&P 500, Euro STOXX 50). L’indice è un paniere di titoli e il suo valore è la somma del valore dei titoli che lo compongono. Per esempio, un ETF sul FTSE Mib avrà lo stesso portafoglio e quindi lo stesso rendimento giornaliero di questo indice borsistico.

L’ETF è un fondo a gestione passiva, il che significa che il gestore non applica particolari analisi e strategie per selezionare i titoli nel paniere, ma si limita a replicare l’andamento dell’indice benchmark, ossia a scattare una fotografia del mercato in cui investono. Il fornitore di ETF, per tale servizio, incassa solo le commissioni annuali che in genere sono molto basse.

Quali sono i rischi di un ETF?

Il maggiore rischio degli ETF è la volatilità, ossia le fluttuazioni imprevedibili degli investimenti, soprattutto nel caso delle azioni. Un altro grande rischio a cui si espone chi investe in ETF è il rischio di mercato. Se acquisti un ETF S&P 500 e questo indice scende del 50%, calerà anche l’ETF. Da tenere presente che gli ETF obbligazionari sono meno rischiosi rispetto a quelli borsistici e delle materie prime.

C’è, inoltre, il rischio che l’ETF fallisca. Cosa succede in questo caso? L’investitore perde i suoi soldi? La risposta è no: il patrimonio dell’ETF, infatti, è separato da quello del gestore, in quanto i titoli azionari effettivamente comprati sono depositati presso una banca terza detta appunto “Banca Depositaria”. Quindi in caso di fallimento della società di gestione i titoli vengono trasferiti a un’altra banca depositaria.

Quali sono i vantaggi di un investimento in ETF?

Gli ETF sono strumenti finanziari sempre più popolari tra i risparmiatori grazie ai loro numerosi vantaggi, a partire dalla minore rischiosità e dai costi più bassi rispetto ad altri strumenti di investimento. Sono liquidi, convenienti (le commissioni da pagare agli intermediari sono ridotte e, oltre ai soldi della partecipazione, non si paga nessun costo in entrata e in uscita) e possono essere acquistati e venduti in borsa in qualsiasi momento. Inoltre sono trasparenti, dal momento che si può sapere cosa contiene un ETF in quanto si limita a replicare degli indici, e offrono la possibilità di diversificare in modo efficace il proprio portafoglio.

Come si guadagna con gli ETF?

Quando compri un ETF, la società di gestione investe i soldi raccolti nella compravendita di prodotti finanziari, ad esempio le azioni e guadagna dai dividendi o dalla rivendita della partecipazione quando il valore delle azioni si alza. Il profitto generato dalle attività di investimento del fondo viene poi redistribuito ai soci azionisti nella misura in cui hanno investito nel fondo, cioè nella misura in cui hanno fornito in input il capitale tramite l’acquisto di azioni. L’investitore incassa quindi dei proventi periodici.

Forbes Advisor informa i suoi lettori a scopo puramente educativo. Data l'unicità della situazione finanziaria di ciascun utente, i prodotti e i servizi da noi recensiti potrebbero non risultare adatti alle esigenze di ognuno dei nostri lettori. Non offriamo servizi di consulenza finanziaria, di advisory o di intermediazione, né raccomandiamo o consigliamo ai singoli di acquistare o vendere particolari azioni o titoli. Le informazioni relative alla performance di un asset finanziario possono subire variazioni rispetto al momento della loro pubblicazione. L’andamento registrato in passato da titoli e azioni non è indicativo rispetto al futuro.