Trading con i CFD: cosa sono e come funzionano

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Pubblicato: 04/04/2023, 02:39 pm

Giulia Adonopoulos
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Nota della redazione: Forbes Advisor potrebbe guadagnare una commissione sulle vendite realizzate dai partner grazie ai link contenuti in questa pagina. Le opinioni e le valutazioni dei nostri redattori non sono in alcun modo influenzate da tali accordi commerciali.

Sono vietati in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, e sono oggetto di una speciale regolamentazione per la protezione dei consumatori in Europa a causa della loro rischiosità molto elevata. Stiamo parlando dei CFD, o contratti per differenza. Cosa sono esattamente e perché bisogna stare attenti?

La Consob, l’autorità che in Italia vigila sulle attività di Borsa, sull’operato degli intermediari finanziari e delle società di gestione dei mercati, definisce i CFD prodotti estremamente rischiosi, speculativi e complessi, che possono comportare perdite anche superiori all’intero capitale investito. Per tale ragione non sono considerati adatti alla maggior parte degli investitori al dettaglio. Nel 2018 l’ESMA, con la collaborazione della Consob e delle altre autorità nazionali competenti, ha emesso una misura d’intervento volta a limitare l’offerta di CFD agli investitori retail nell’Unione.

Ma per i trader esperti che conoscono bene i mercati finanziari e sono in grado di assumersi rischi calcolati, le piattaforme di trading online hanno ampliato le opportunità di guadagno tramite CFD su una vasta gamma di asset class come azioni, valute e materie prime.

Ecco un approfondimento sul trading di CFD: cosa sono, come funzionano, rischi connessi e caratteristiche.

Il trading di CFD è più rischioso del trading azionario convenzionale, non è adatto alla maggior parte degli investitori e comporta il rischio di perdita parziale o totale del capitale. L’investimento è speculativo e il tuo capitale è a rischio. 

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Cosa sono i CFD: significato

I CFD, acronimo di Contract for Difference (in italiano “contratti per differenza”), sono un modo di fare trading speculando sul prezzo di azioni, indici, materie prime, forex e criptovalute. Invece di possedere gli asset su cui si vuole investire, con i CFD ci si espone ai loro movimenti di prezzo. In sostanza, fare trading di CFD significa scommettere al rialzo o al ribasso.

Sono strumenti derivati perché il loro valore deriva dall’andamento del valore di un bene, il cosiddetto sottostante.

Il contratto viene creato tra un trader e un broker spesso per la durata di qualche giorno o settimana. Ciò si differenzia dall’approccio buy-and-hold (“compra e tieni”) a lungo termine tipico dell’investimento azionario tradizionale. Alla fine del contratto, le parti si scambiano la differenza tra il prezzo di apertura e quello di chiusura dello strumento finanziario in questione.

Un broker è una persona o una società che funge da intermediario finanziario tra un investitore e una borsa valori acquistando e vendendo azioni, obbligazioni, valute, criptovalute, indici, contratti per differenza, per conto di qualcun altro.

Per sapere se un broker è affidabile deve essere iscritto nel Registro degli intermediari autorizzati della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) oppure nell’albo degli intermediari qualificati della Banca d’Italia nel caso di broker che è un istituto bancario.

Come funzionano i CFD

I CFD, adatti al trading a breve o brevissimo termine e particolarmente popolari nel forex e nel trading di materie prime, consentono ai trader di speculare sul rialzo o sul ribasso del prezzo di un asset. L’accuratezza della previsione determina il profitto o la perdita del denaro investito.

Il trader di CFD che pensa che il prezzo di un’azione salirà, acquisterà un CFD (in questo caso si usa l’espressione “andare long”, o “andare lunghi”); chi pensa che il prezzo scenderà, cercherà di vendere un contratto (“andare short”, o “corti”). A seconda dell’andamento dei prezzi, è possibile ottenere guadagni o perdite da entrambe le strategie.

A differenza del tradizionale trading di azioni, in cui l’unica opzione è l’acquisto di un’azione, il trading di CFD consente agli investitori di vendere asset che ritengono possano perdere valore.
Andare long e andare short nel trading di CFD funziona nello stesso modo, ma nel primo caso il trader compra contratti per aprire una posizione, nel secondo caso li vende. In questo modo l’investitore apre un’operazione che genera un profitto se il mercato sottostante scende di prezzo, ma subisce una perdita se il prezzo sale. In ogni mercato di CFD ci sono due prezzi: il prezzo di acquisto (“ask”) e il prezzo di vendita (“buy”). Per aprire una posizione lunga, il trader negozia al prezzo di acquisto; per aprire una posizione corta negozia al prezzo di vendita. Per chiudere un contratto, fa il contrario di quello che ha fatto quando lo ha aperto.

CFD: come funziona la leva finanziaria

I CFD consentono di fare trading con leva finanziaria, un metodo che può amplificare i tuoi profitti ma anche aumentare le perdite.

Quando investi con i CFD, selezioni il numero di contratti che desideri acquistare o vendere. Il tuo profitto aumenterà con ogni punto in cui il mercato si muove a tuo favore, e perderai se il mercato si muove contro di te. Se ritieni che il prezzo di un’azione aumenterà, aprirai una posizione lunga (cioè compri), se pensi che il prezzo scenderà, aprirai una posizione corta (cioè vendi). Se la previsione si avvera, ottieni profitto, se invece ti sbagli perdi.

Negoziare CFD ti permette di utilizzare la leva finanziaria. Ciò significa che tu metti solo una parte del valore del tuo trade e prendi in prestito il resto dal broker. Il trading con leva è anche chiamato trading a margine. Per esempio, se vuoi investire in petrolio ed effettuare un ordine per 1.000$ e il tuo broker ti chiede il 10% di margine, ti serviranno 100$ per iniziare a investire.
L’effetto leva, infatti, permette anche con piccole somme investite di esporsi su grandi volumi di valuta e ciò comporta che tanto i guadagni, quanto soprattutto le perdite, siano amplificati, rischiando di far perdere con una certa facilità l’intera somma investita.

Trading CFD: quali sono i rischi?

I CFD sono prodotti a leva, il che significa che i trader depositano solo una piccola percentuale dell’intero valore di un’operazione per aprire una posizione. Questo viene definito trading a margine. In pratica un trader può depositare una piccola somma di denaro a fronte di un investimento molto più consistente, e in questo modo è possibile amplificare il potenziale rendimento dell’investimento. Ma, cosa fondamentale, il processo funziona anche in senso inverso: le perdite subite si amplieranno in modo analogo.

Il risultato è che, invece del solo costo della scommessa iniziale, un trader che punta su un titolo nel modo errato potrebbe potenzialmente perdere tutto il denaro depositato sul conto dell’intermediario fornitore di CFD. Ad esempio, una scommessa di 100 euro sul rialzo del prezzo del petrolio potrebbe portare a una perdita di oltre 100 euro se il prezzo del petrolio dovesse scendere. Quanto più il prezzo del petrolio scende, tanti più soldi il trader è destinato a perdere.

Se un trader dovesse perdere 500 euro con una previsione del genere e avesse almeno 500 euro depositati presso la piattaforma di trading di CFD, perderebbe tutti e 500 gli euro non solo la puntata di 100 euro.

Cos’è il margine nei CFD

Il capitale richiesto da un trader nel suo conto e per aprire e mantenere una posizione con leva finanziaria viene definito margine. Il margine è tipicamente presentato come una percentuale delle dimensioni totali dell’operazione, e l’importo richiesto varia da mercato a mercato.

Per aprire una posizione sul mercato delle valute (forex), un trader di CFD potrebbe dover avere il 5% del valore sul proprio conto. Per aprire una posizione sull’azionario potrebbe essere necessario un importo maggiore, compreso tra il 25 e il 30% del totale dell’operazione.

Ad esempio, acquistando cinque CFD sul petrolio a 5.325 euro, si otterrebbe una posizione totale di (5×5.325) 26.625 euro. Se il petrolio richiede un margine del 10%, il trader avrà bisogno del 10% di 26.625 euro, ovvero di 2.662,50 euro sul suo conto per poter effettuare la negoziazione.

Come si guadagna con i CFD?

Cosa determina i rendimenti nel trading di CFD? Invece di scegliere la quantità di un asset in cui si vuole investire, come ad esempio 100 azioni Enel, nel trading di CFD si sceglie il numero di contratti da acquistare o vendere.

Se il mercato si muove a favore del trader, guadagnerà; se si muove contro, perderà. I profitti e le perdite si realizzano quando la posizione viene chiusa e i contratti acquistati all’inizio delle negoziazioni vengono venduti.

Come nel caso del trading azionario tradizionale, il rendimento di un’operazione è determinato dall’entità della posizione di chi investe e dal numero di punti in cui si è mosso il mercato in questione.

Ad esempio, supponiamo di acquistare 100 CFD su azioni Eni a 500 euro e poi di venderli a 550 euro. Se in questo caso il guadagno sarebbe di 50 euro. Se i CFD fossero stati venduti a 450 euro, la perdita sarebbe stata di 50 euro.

Visto che il trading di CFD riguarda i movimenti di prezzo piuttosto che la proprietà di un asset sottostante, gli investitori sono esenti dall’imposta di bollo e non pagano commissioni di nessun tipo.

Quali sono i costi del trading di CFD?

Chi fa trading di CFD deve considerare questi costi principali.

  1. Lo spread, ovvero la differenza tra i prezzi buy e ask. La presenza di uno spread significa che un’operazione deve muoversi di un certo importo in direzione positiva prima che un trader possa rivenderla al prezzo pagato. In genere gli spread sono bassi, ma vale la pena confrontarli tra i broker.
  2. Le commissioni. Alcuni broker dichiarano che le loro piattaforme permettono di fare trading senza commissioni. Tuttavia per giustificare questa condizione possono applicare spread più alti, il che rende ancora più importante considerare il costo complessivo delle commissioni previste prima di scegliere il broker. È anche abbastanza comune l’addebito di una commissione, di solito una frazione di un punto percentuale del valore del titolo sottostante quando viene eseguita una contrattazione. Alcune volte non viene applicata una commissione nel caso di trading di indici piuttosto che di singole azioni.
  3. Le commissioni overnight, ossia un costo per gli interessi che si applica quando una posizione viene mantenuta durante la notte, e ciò avviene a un tasso precedentemente concordato. I trader che assumono posizioni corte anziché lunghe possono ricevere interessi sul valore di un’operazione. Il tasso di interesse pagato sarà indicato prima di aprire la posizione.

CFD e dividendi

I dividendi sono i pagamenti effettuati dalle società ai propri azionisti, di solito provenienti dagli utili annuali. Nel caso dei CFD legati alle azioni (ma non i contratti basati sugli indici), i trader riceveranno un dividendo se possiedono un contratto prima della data di stacco del dividendo.

Si tratta del giorno in cui i potenziali acquirenti delle azioni di una società smettono di avere diritto al pagamento di un dividendo imminente.

Durante il periodo in cui la posizione resta aperta, al detentore di CFD viene addebitata o accreditato un onere calcolato sulla base di una percentuale applicata al controvalore della posizione al netto del margine di garanzia versato.

Regolamentazione CFD in Italia

Il trading di CFD è legale in Italia, ma l’autorità di regolamentazione finanziaria si è espressa in merito al gran numero di consumatori che perdono denaro svolgendo questo tipo di investimento.

Nella delibera n. 20976, la Consob ha specificato che, in merito a CFD e strumenti simili ai CFD, gli intermediari fornitori sono obbligati a:

  • Fornire informazioni chiare, corrette e appropriate ai clienti in merito a costi e oneri connessi ai servizi di investimento e agli strumenti finanziari.
  • Chiedere al cliente o potenziale cliente di fornire informazioni in merito alle sue conoscenze ed esperienze in materia di investimenti riguardo, tra l’altro, al tipo specifico di prodotto o servizio proposto o chiesto, al fine di permettere al fornitore di determinare se il prodotto è appropriato per il cliente o potenziale cliente. Qualora ritenga che il prodotto non sia appropriato per il cliente o potenziale cliente, l’intermediario lo avverte di tale situazione.

È consentito commercializzare, distribuire o vendere in Italia o dall’Italia CFD ai clienti al dettaglio, ma l’intermediario fornitore di CFD (broker o banca d’investimento) deve rispettare le seguenti condizioni:

  • imporre al cliente al dettaglio di pagare la protezione tramite margine iniziale;
  • deve fornire al cliente al dettaglio la protezione di chiusura al raggiungimento del margine;
  • deve fornire al cliente al dettaglio la protezione da saldo negativo;
  • non può corrispondere al cliente al dettaglio direttamente o indirettamente un pagamento monetario o un beneficio non monetario escluso in relazione alla commercializzazione, alla distribuzione o alla vendita di un CFD, ad eccezione di profitti realizzati su qualsiasi dei CFD offerti;
  • non trasmette direttamente o indirettamente una comunicazione a un cliente al dettaglio, ovvero pubblica informazioni accessibili allo stesso relativamente alla commercializzazione, alla distribuzione o alla vendita in Italia o dall’Italia di un CFD senza che tale comunicazione o informazione includa un’adeguata avvertenza sui rischi.

Come scegliere il broker per il trading di CFD

Per negoziare i CFD bisogna aprire un conto presso un broker o una banca d’investimento. Si noti che non tutti i broker e le piattaforme di trading online offrono CFD, anche se in Italia c’è molta concorrenza.

Questo ha portato a condizioni favorevoli per gli aspiranti trader, con prezzi più bassi e funzionalità avanzate. Gli investitori dovrebbero cercare fornitori autorizzati dalla Consob e da autorità di regolamentazione equivalenti. Ciò fornisce una maggiore protezione finanziaria ai consumatori e al loro capitale. La maggior parte dei broker offre conti demo gratuiti con denaro virtuale con cui i trader alle prime armi possono iniziare a muovere i primi passi in questo mondo e capire come funzionano i CFD senza rischiare di perdere denaro reale.

Le piattaforme di trading devono essere facili da usare e permettere di eseguire le operazioni in modo rapido ed efficiente. Prima di iscriversi, gli investitori dovrebbero verificare se la piattaforma ha anche un’app mobile, se fornisce l’accesso gratuito a materiale didattico, risorse educative e strumenti di ricerca, se ha un’interfaccia semplice e intuitiva e se offre un’assistenza clienti 24/7, preferibilmente in italiano. I broker di CFD possono avere condizioni diverse per il deposito e il prelievo di contanti, quindi gli investitori dovrebbero verificare in anticipo per trovare la soluzione migliore.

Domande frequenti

Cosa si intende per CFD?

Il termine CFD indica i contratti per differenza (Contracts For Difference). Sono strumenti derivati finanziari con cui si può speculare sul prezzo di azioni, valute, indici, materie prime, criptovalute ecc. Quando negozi un CFD non acquisti l’asset sottostante, ma ti esponi ai movimenti a breve termine del prezzo di quell’asset.

In parole semplici, un CFD è un contratto finanziario tra un trader e un intermediario fornitore di CFD (broker o banche) che consiste nel pagare la differenza tra il prezzo dell’asset sottostante all’apertura e alla chiusura del contratto. Puoi speculare sui movimenti di prezzo dell’asset in entrambe le direzioni. Acquisti o vendi un contratto a seconda che ritieni che il prezzo salirà o scenderà, andando di conseguenza long o short.

Il guadagno o la perdita dipende dal fatto che la tua previsione si avveri o no: se il prezzo si sposta a tuo favore, il fornitore di CFD ti paga, se il prezzo si sposta contrariamente alla tua previsione, sei tu che paghi.

Perché non investire in CFD?

I CFD sono strumenti altamente rischiosi e complessi, e per questo motivo non sono considerati adatti ai trader al dettaglio. Il rischio principale legato agli CFD deriva dal trading con leva finanziaria, ossia dalla possibilità di aprire un’operazione depositando solo una percentuale del valore totale dell’operazione che desideri effettuare. La leva può amplificare eventuali profitti realizzati su posizioni di successo, ma anche farti perdere più di quanto ti aspettassi se il mercato si muove contro di te.

Inoltre, se la tua posizione è in perdita il fornitore di CFD potrebbe chiuderla senza consultarti, oppure mantenerla aperta anche quando imposti un ordine stop-boss. Insomma, potrebbe non agire nell’interesse del cliente.

Un altro importante rischio da considerare è la volatilità del mercato: cambiamenti repentini possono rendere difficile prevedere come si muoveranno i prezzi anche per i trader più navigati.

Cosa cambia tra CFD e azioni?

Le differenze tra CFD e azioni riguardano principalmente il trading con leva finanziaria e la proprietà.

Con i CFD fai trading con leva finanziaria e non possiedi l’asset su cui investi, ma scommetti sul fatto che il prezzo di quell’asset salga (andare long) o scenda (andare short). Al contrario, se investi in azioni compri quote di una società e acquisti il diritto di proprietà.

Cosa sono gli ETF CFD?

I CFD sono strumenti derivati che ti permettono di fare trading sui movimenti di prezzo di vari asset class. Si può fare trading di CFD anche sul prezzo di un ETF sottostante senza possedere fisicamente nessuna azione. Gli ETF (Exchange Traded Fund), invece, sono fondi negoziati in borsa progettati per replicare l’andamento, o il rendimento, dell’asset sottostante. Quando si compra un ETF è come se si acquistasse un paniere di azioni (o indici, materie prime, obbligazioni…).

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